Tragedia questa notte a Reggio Emilia. In Via Turri 33, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, si è sviluppato un incendio in uno scantinato di una palazzina dove sono morte 2 persone e altre 38 sono rimaste intossicate. Di queste, 4 hanno avuto bisogno di una camera iperbarica e una bambina di 3 anni è stata trasportata in elisoccorso all’ospedale Niguarda di Milano. Non sono ancora chiare le cause che hanno innescato l’incendio. La palazzina era abitata prevalentemente da stranieri che avevano occupato in modo abusivo gli scantinati. Da diverso tempo era stato lanciato l’allarme e denunciata la situazione.
Le vittime, marito e moglie, sono state trovate sulle scale, probabilmente perché stavano tentando di fuggire dalle fiamme e dal fumo che si stava propagando. I 2 erano di origine nordafricana e risiedevano da diverso tempo nella struttura. Il Comune di Reggio Emilia si è attivato per ospitare negli alberghi gli sfollati dimessi dall’ospedale Santa Maria Nuova. La comunità marocchina ha espresso rabbia e disperazione: «Si sa da anni che quelle cantine sono occupate abusivamente – dice il rappresentante Abderrahim Mouloudj – e nessuno ha fatto nulla, queste sono vittime del degrado e della politica mal gestita dell’integrazione».
Il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha voluto rispondere alle polemiche innescate dalle denunce dei residenti, dichiarando che «nei mesi scorsi, anche in virtù della preoccupazione diffusa sullo stato delle cantine, abbiamo sollecitato i controlli dei civici dal 33 al 47 da cui non erano emerse situazioni particolarmente critiche e gravi. Ora è decisivo attendere l’esito degli accertamenti e seguiremo minuto per minuto l’evolversi degli accertamenti». «Per quanto attiene a presunte presenze abusive nelle cantine – aggiunge il sindaco – non sono state trovate persone intossicate o decedute. Quindi non ci sono elementi per dire che ci fosse un abuso di occupazione in quel luogo».