La Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo ha condannato la Russia per aver proibito la manifestazione del gay pride. Secondo il tribunale, infatti, Mosca deve fare «grandi sforzi a lungo termine per adottare misure generali, in particolare per evitare la discriminazione della comunità Lgbt».
Strasburgo aveva già emesso la sua condanna per fatti analoghi nel 2010. Negli ultimi 10 anni, i tribunali russi hanno bandito apertamente le parate del gay pride o hanno fatto marcia indietro su concessioni precedenti. Per motivare il proprio operato, la Russia cita una legge del 2013 secondo la quale è vietato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini omosessuali.
Ad agosto, si sarebbe dovuto tenere il primo gay pride russo autorizzato dalle autorità locali. L’evento è stato però successivamente proibito e di conseguenza gli attivisti hanno presentato 51 domande alla Corte europea, lamentando la violazione della propria libertà. Martedì 27 novembre la sentenza: il divieto non corrisponde a un’esigenza sociale pressante, tale da rappresentare una giustificazione. La Cedu ha però respinto le richieste di risarcimento dei richiedenti che vanno da 5.000 Euro a 500.000 Euro. Nel frattempo, i media russi hanno descritto il procedimento di Strasburgo come «la sentenza più imponente» emessa sul tema fino a ora.
Russia vs movimento Lgbt: le polemiche con la Apple
Tante le polemiche con il movimento Lgbt in Russia nel corso degli anni. Sempre ad agosto, risale il blocco nel Paese del quadrante dell’Apple Watch ispirato alla bandiera arcobaleno. L’azienda ha introdotto per la prima volta lo sfondo digitale in tutto il mondo per promuovere il suo «fermo impegno per uguaglianza e diversità» tramite alcuni video promozionali. Lo sviluppatore iOS Guilherme Rambo ha scoperto però che la schermata, a Mosca, non è visibile.
gm