In queste ore il senato canadese si appresta a votare la proposta di legge ribattezzata “Bill C-45”. Dietro questo nome innocuo si nasconde una norma che permetterà l’uso della cannabis anche a scopo ricreativo. Se Bill dovesse passare la prova della camera alta, il Canada diventerebbe il primo paese del G20 a legalizzare completamente la canapa. In questo modo il paese nord-americano diventerebbe una sorta di grande esperimento al quale le altre economie avanzate guarderanno per decidere se seguire a loro volta questa strada.
Nemmeno l’esempio degli Stati Uniti può fornire una roadmap utile per stabilire quello che succederà. La legislazione a stelle e strisce infatti sta seguendo una legalizzazione stato per stato. Nel Colorado per esempio, le organizzazioni criminali hanno reagito alla legalizzazione della marijuana con l’immissione sul mercato di massicce quantità di droghe pesanti. In Canada invece tutto il territorio nazionale si troverebbe a fare i conti con una riforma su larga scala il cui impatto sulla struttura sociale e criminale del Paese è, allo stato delle cose, difficilmente prevedibile.
Un punto essenziale per tagliare le gambe al mercato illegale delle droghe è decidere un prezzo che faccia si che i cittadini canadesi non cerchino più sostanze proibite perchè non conviene al loro portafogli. Secondo le autorità canadesi, una tassazione abbastanza bassa permetterebbe di assestare un duro colpo alle vendite sul mercato nero. Al momento l’intenzione è vendere le dosi di canapa attraverso degli esercizi commerciali simili alle farmacie, così che il governo possa mantenere il controllo su prezzo, qualità e quantità immessa sul mercato. Ci si aspetta inoltre che si inneschi un turismo simile a quello conosciuto dall’Olanda dal 1976, quando il parlamento approvò l’Opium Act.
Nel frattempo in Italia il processo di legalizzazione è finito su un binario morto. La legge, promossa dall’ex deputato Benedetto della Vedova, si è incagliata a ottobre 2017 dopo due anni di dibattimento parlamentare che avevano di fatto stralciato ogni traccia di liberalizzazione che non fosse legata a fini terapeutici. Nel frattempo si moltiplicano nel Bel Paese negozi che vendono cannabis light, priva di THC (“sostanza dello sballo”, vietata dalla legge) ma con un alto contenuto di CBD, la molecola responsabile dell’azione rilassante della canapa.
M.M.