Farah è tornata in Italia. La ragazza pachistana, residente a Verona, era stata riportata in patria con l’inganno per costringerla ad abortire.
«Farah è finalmente tornata in Italia e si trova adesso in un luogo sicuro – ha dichiarato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano – Grazie al lavoro diplomatico dell’ambasciata italiana a Islamabad e alla collaborazione con le autorità pachistane».
La vicenda della ragazza è stata seguita dalle autorità italiane con molta attenzione, soprattutto dopo la morte di Sana, 25enne di Brescia uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello perché voleva sposare il ragazzo che amava in Italia.
Qualche mese fa Farah aveva scoperto di essere incinta e, insieme al suo ragazzo, aveva deciso di tenere il bambino. Aveva chiesto alla scuola un provvedimento straordinario per poter sostenere prima gli esami di maturità, che sarebbero caduti in prossimità del parto, per non perdere l’anno. A febbraio, però, la famiglia aveva deciso di portarla in Pakistan.
«Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino. Mio padre vuole che mi sposi qui», ha raccontato su Whatsapp alle amiche e al fidanzato, che prontamente hanno segnalato la vicenda, servendosi della stampa. La Farnesina in meno di 48 ore si è attivata per intervenire, scoprendo – grazie allaiuto delle autorità locali – che la ragazza era tenuta prigioniera dalla madre e dalle sorelle e che le erano stati sottratti i documenti:
«Grazie, non posso crederci, mi avete trovata. Fatemi tornare subito in Italia», aveva dichiarato ai suoi soccorritori la ragazza. (bb)