L’ultima volta i poliziotti avevano trovato quasi duemila euro in contanti, quattrocento grammi di cocaina, tre orologi e un telefono. Questo il bottino di un occupante abusivo, 30enne egiziano, all’interno di un palazzo da tempo fortino di piccola criminalità, spaccio e malavita. Ma da giovedì mattina tutto questo non dovrebbe più esistere. Alle 6, poliziotti, carabinieri, agenti della polizia locale e vigili del fuoco hanno fatto un blitz in via Cavezzali, 11, Milano, nei pressi di via Padova.
Dopo aver setacciato tutti gli otto piani del condominio, questo il bilancio finale del blitz: settanta persone, tutte senza documenti al momento dei controlli, sono state accompagnate in Questura e messe a disposizione dell’ufficio immigrazione per la valutazione del loro stato in Italia. Gli appartamenti liberati sono stati poi affidati ai proprietari, che dovranno metterli in sicurezza, mentre il Comune ha preso in carico le famiglie che hanno ora bisogno di una casa.
Il palazzo di via Cavezzali, 11, già teatro dell’omicidio di un marocchino, ucciso da una guardia giurata nel 2006, è da tempo un buco nero di Milano. Con il blitz di giovedì mattina, il Questore Marcello Cardona ha esultato per il primo recupero «di un pezzo di territorio che era una grande lacrima per la nostra città».
«Era uno sgombero atteso e programmato – ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala – e ne avevamo parlato anche con Prefettura e Questura la settimana scorsa. Credo che le cose debbano essere fatte così, però è il momento di intensificare il controllo. Niente grandi annunci, niente clamore – prosegue Sala – ma bisogna fare di più. C’è anche l’aspettativa dei residenti dei quartieri di una nostra capacità di intervenire e così faremo». (lp)