Cattive notizie per Fabrizio Corona. La Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate contro l’ex fotografo da poco uscito dal carcere, e assegnato in affidamento terapeutico presso una comunità di recupero, stabilendo la validità degli avvisi di accertamento per evasione delle imposte dirette e dell’Iva nel periodo 2004-2005 in relazione ai conti della sua società fotografica, la ‘Corona’s‘ finita in dissesto e con i creditori alle porte. La Suprema Corte ha dato ragione al fisco contro la sentenza della Commissione tributaria di Milano del 2015 che aveva annullato gli avvisi di accertamento perché non erano stati notificati a Corona, ma solo al curatore fallimentare che non aveva fatto opposizione alle cartelle.
Nel verdetto, gli ‘ermellini‘ sottolineano che Corona non aveva alcuna “legittimazione” come ex legale rappresentante della sua società – “contribuente fallita” – a fare ricorso contro gli avvisi di accertamento, dal momento che dal curatore fallimentare era venuta “una esplicita presa di posizione negativa circa la utilità per la massa dei creditori di promuovere la lite fiscale” per l’evasione delle imposte del 2004-2005. Accogliendo il ricorso del fisco, i supremi giudici hanno condannato Corona al pagamento di 13mila euro per le spese del giudizio di Cassazione e hanno affermato la piena e definitiva validità di quegli avvisi di accertamento, la cui entità non è nota, che dovranno essere pagati.
#Cassazione Il fisco vince contro #FabrizioCorona,' multato' https://t.co/v4S2xgmgDb
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) April 3, 2018
L’ex ‘re dei paparazzi’, intanto, attende l’udienza fissata il prossimo 19 giugno davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano per sapere se i giudici, come richiesto dal suo legale, annulleranno una revoca dell’affidamento in prova, disposta nell’ottobre del 2016, quando fu arrestato per i soldi nascosti nel controsoffitto.
Nella stessa, inoltre, si deciderà anche se confermare o meno l’affidamento terapeutico ottenuto lo scorso 21 febbraio, la confisca dei soldi e dell’appartamento sequestrati allo stesso Fabrizio Corona. (al)