E’ successo intorno alle 11 di giovedì 22 marzo, quando tutta la zona nord della Lombardia, da Varese a Bergamo, fino ad Aosta, ha avvertito due forti esplosioni che hanno fatto pensare ad un terremoto o ad una bomba. Immediatamente si è seminato il terrore: scuole e tribunale evacuati a Bergamo, persone spaventate scese in strada a Monza e vetri incrinati in una scuola di Triuggio. Subito intasati di telefonate i centralini delle forze dell’ordine e del 118. Ma nulla di preoccupante è quanto avvenuto in realtà; si trattava solo di un’esercitazione di due aerei militari. I due caccia Eurofighter, intercettori della Forza Azzurra, hanno infranto la barriera del suono nella zona sopra Malpensa, provocando quello che in gergo si chiama «boom sonico» e che si manifesta con un forte fragore.
I due aerei sarebbero decollati dall’aeroporto di Istrana (Treviso), sede del 51°stormo, per intercettare l’aereo di linea AF671 dell’AirFrance. Il Boeing 777 sarebbe partito dall’isola di Réunion in direzione dell’aeroporto di Parigi Orly, entrando nello spazio aereo italiano senza però identificarsi, a causa della perdita del collegamento con gli enti del traffico aereo. Da qui i due caccia italiani sono volati per una manovra di «inseguimento». I due jet dell’Aeronautica hanno raggiunto il volo di linea sopra Aosta, ripristinando il collegamento e rientrando poi alla base.
L’Aeronautica militare si è apprestata a confermare quella che fin dall’inizio era parsa l’ipotesi più credibile: «I velivoli d’allarme sono decollati a seguito dell’ordine di scramble ricevuto dal Caoc (Combined Air Operation Center) di Torrejon, ente Nato responsabile d’area del servizio di sorveglianza dello spazio aereo. Per ridurre al minimo i tempi d’intervento, legati alla particolare situazione di necessità, i due velivoli militari hanno superato la barriera del suono; ancorché la quota fosse elevata, le condizioni meteorologiche di vento e temperature hanno amplificato la propagazione dell’onda d’urto, rendendola particolarmente udibile al suolo».
Per la Procura di Bergamo, competente a indagare sulla vicenda, allo stato non si ravvisano reati a carico dei due piloti. Ai pm, diretti dal procuratore Walter Mapelli, risulta che «hanno agito correttamente, in condizioni di emergenza». La Procura di Bergamo è comunque in attesa di ricevere una relazione dalle autorità competenti. (cs)