Nuovo segnale di disgelo tra le due coree a pochi giorni dal termine delle Olimpiadi di PyeongChang: una delegazione di alti funzionari sudcoreani è stata ricevuta a Pyongyang dal dittatore Kim Jong-un, che per l’occasione ha ospitato una cena di benvenuto. A valicare la frontiera sono stati alcuni tra i più fidati collaboratori del presidente Moon, in primis il direttore dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale Chung Eui-yong e il direttore dei servizi segreti Suh Hoon. Lo rende noto la Blue House, l’Ufficio della presidenza sudcoreana.
Un incontro di tale livello tra rappresentanti delle due nazioni non si verificava da sei anni. La sensazione è che l’obiettivo degli emissari di Seul sia quello di mediare tra gli interessi dei “cugini” nordcoreani e quelli degli alleati americani. Non a caso, una volta terminata la spedizione in corso, i funzionari voleranno direttamente negli Stati Uniti per informare degli esiti dei colloqui il presidente Trump. Secondo quanto riportato dal quotidiano Chosun Ilbo, infatti, a Kim Jong-un verrà proposto di liberare tre cittadini dalla doppia nazionalità coreano-americana detenuti a Pyongyang in cambio di un allentamento delle sanzioni economiche internazionali da tempo in atto contro il suo Paese.
Una soluzione pacifica alla crisi, tuttavia, ad oggi appare ancora irrealistica. Gli Stati Uniti torneranno infatti a dialogare con la Corea del Nord solo se quest’ultima accetterà di smantellare il proprio arsenale nucleare. Una richiesta che però, come noto, Kim Jong-un non è assolutamente intenzionato ad assecondare.