Pyeongchang. Alle Olimpiadi invernali è arrivato un importante segnale di distensione tra Stati Uniti e Corea del Nord, dopo le dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente, Mike Pence, al Washington Post. «Gli americani – ha riferito – sono pronti a parlare con i nordcoreani senza precondizioni».
Pence si è reso disponibile a sedersi al tavolo dei colloqui, senza la «precondizione» che il regime chiuda con lo sviluppo e il lancio di missili nucleari.
Dopo lunghi mesi di rapporti tesi tra i due Paesi, gli americani sono pronti a dialogare con la Nord Corea, ma – ha detto il vicepresidente – gli Stati Uniti continueranno ad esercitare «la massima pressione». Perché Washington non rinuncerà ad applicare le sanzioni, fino a quando il regime di Kim Jong-Un non dimostrerà di voler rinunciare al suo arsenale nucleare.
Nei giorni scorsi il rifiuto di Pence ad alzarsi al passaggio della delegazione delle due Coree e la scelta di disertare la cena di gala hanno fatto temere l’ennesima crisi diplomatica tra Stati Uniti e Nord Corea.
Ora l’apertura dimostrata dal vicepresidente americano sembra essere un chiaro cambio di strategia. Al Washington Post, Pence ha infatti chiarito che «se vogliono parlarci, noi parleremo».
Una decisione che sarebbe stata concordata con il presidente sudcoreano, Moon Jae-In, sempre più intenzionato a un riavvicinamento politico con la Nord Corea.
Nel frattempo, infatti, il leader sudcoreano avrebbe ricevuto da Kim Jong-Un un invito a recarsi nella capitale nordcoreana.
E c’è attesa per il 25 febbraio, data di chiusura dei Giochi Olimpici, quando dovrebbe arrivare alla cerimonia anche la figlia del presidente americano, Ivanka Trump, dove potrebbe incontrare la sorella del dittatore nordcoreano.
(chc)