Continua il crollo delle nascite in Italia, con un nuovo minimo storico registrato nel 2017: le nuove culle sono scese a 464mila secondo i dati pubblicati dall’Istat, il 2% in meno rispetto all’anno precedente quando i neonati erano stati 474mila. Tra le pagine del bilancio demografico annuale, l’istituto di statistica ha confermato il trend che dura ormai dal 2008, anno di inizio della crisi.
Secondo il documento dell’Istat continua dunque l’invecchiamento della popolazione: l’età media supera infatti i 45 anni. Al primo gennaio di quest’anno sono 60 milioni e 494mila i residenti complessivi della penisola, con l’istituto di statistica che segnala una diminuzione di 100mila persone rispetto al 2016.
Altro dato significativo del bilancio demografico dell’Istat riguarda poi il numero degli stranieri in Italia, pari all’8,4% della popolazione residente totale. È aumentato, sempre nel 2017, il saldo migratorio, ovvero la differenza tra il numero degli immigrati e quello di emigrati: sono salite le immigrazioni (+12%), scese invece le emigrazioni (-2,6% rispetto al 2016).
Resta comunque invariato, nonostante il calo delle nascite, il numero di figli medi per donna (1,34) pur crescendo l’età media del primo parto (31,8). Stabili invece le aspettative di vita per uomini e donne, rispettivamente a 80,6 e 84,9 anni. A questo proposito l’Istat segnala che il gap di genere, di soli 4,3 anni, è il più basso registrato dalla metà degli anni ’50.
E se è vero che il 2017 ha visto calare le nascite a livello nazionale, in alcune regioni sono invece aumentate le culle. Per l’Istat l’anno scorso c’erano più neonati rispetto al 2016 nel Molise (quasi +4%), in Basilicata (+3,6%), con aumenti meno marcati in Sicilia (+0,6%) e in Piemonte (+0,3%).