Nuove polemiche sui braccialetti che Amazon starebbe brevettando per monitorare la produttività dei propri dipendenti. E’ quello che viene fuori dopo l’incontro odierno a Roma tra il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e una delegazione dell’azienda americana. Si è parlato degli investimenti produttivi della società in Italia, dopo il duplice sciopero delle ultime settimane nella sede di Piacenza, che ha 4.000 lavoratori totali. Poi chiaramente, la discussione si è spostata sul tema del braccialetto elettronico.
«Ho spiegato loro che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese – ha detto Calenda dopo l’incontro – sono quelli che produce la nostra gioielleria. Una cosa come quella, che non è in uso ma è stata brevettata in Italia non ci sarà mai». Infatti, la legislazione italiana impedisce il controllo a distanza dei dipendenti sui luoghi di lavoro a meno che sia giustificata da ragioni di sicurezza e incolumità dei lavoratori. L’introduzione dei controlli deve sempre arrivare dopo un ok dell’Ispettorato del Lavoro.
«Le speculazioni riguardo l’utilizzo di questo brevetto sono fuorvianti. Ogni giorno, in aziende in tutto il mondo – ha scritto Amazon in una nota – i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell’inventario e per spedire gli ordini». Inoltre, l’azienda leader mondiale nel commercio online «ha dichiarato la propria disponibilità a riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali a livello territoriale. Il Governo continuerà a lavorare per supportare questo dialogo».
Sulla questione si è espresso anche il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio: «Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli è grazie al Jobs Act». Alle accuse che rimandano alla riforma del lavoro risponde il Ministero, che bolla come falsi i riferimenti al Jobs Act. Intanto l’azienda di Seattle, fondata da Jeff Bezos, ha appena presentato conti da record, con un utile raddoppiato nell’ultimo trimestre a 1,9 miliardi. (lp)