Oltre dieci ore di assedio, 45 ostaggi liberati, 6 morti e 24 feriti. Questo è il bilancio dell’assalto di un commando dello Stato Islamico alla sede di Save The Children di Jalalabad City, capoluogo della provincia orientale afghana di Nangarhar.
L’attacco è iniziato mercoledì mattina alle 9.10 ora locale (all’alba italiana), quando un kamikaze si è fatto esplodere all’ingresso dell’edificio che ospita l’organizzazione, azione che ha così permesso al resto del gruppo armato di entrare all’interno del palazzo, prendendo in ostaggio più di 45 membri dello staff della ong. Secondo fonti ufficiali, sono intervenute tempestivamente le forze speciali afghane, che nel corso dell’operazione hanno liberato gli ostaggi e messo in sicurezza l’edificio. L’offensiva è terminata alle 19 ora locale, quando le “teste di cuoio” sono riuscite a neutralizzare i militanti dell’esercito dello Stato Islamico, uccidendo i 5 attentatori. Nel corso delle operazioni sono morte altre 6 persone, tra cui due dipendenti di Save The Children e un soldato, e ne sono state ferite 24, secondo gli ultimi aggiornamenti dalle tv Tolo e 1TvNews.
La rivendicazione da parte dell’Isis è arrivata alcune ore dopo l’inizio dell’attacco, tramite l’agenzia Amaq, e faceva riferimento ad un’offensiva ai danni di «fondazioni britanniche e svedesi», probabilmente un ufficio del Comitato svedese per l’Afghanistan, che ha sede nello stesso edificio. Non ha tardato ad arrivare la reazione di Save The Children, che sul profilo Twitter ufficiale ha dichiarato di essere «devastata dalla notizia dell’attacco oggi», e che tutte le azioni della ong e tutti i programmi sono stati temporaneamente sospesi e gli uffici chiusi.
Siamo devastati dalla notizia dell’attacco al nostro ufficio a #Jalalabad, in #Afghanistan, dove stamattina, intorno alle 9 locali, l’alba in Italia, un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nel nostro compound.
La nostra prima preoccupazione è la sicurezza del nostro staff— Save the Children IT (@SaveChildrenIT) January 24, 2018
Dura la reazione dagli alti rappresentanti della diplomazia mondiale: l’ambasciatore britannico a Kabul, Nicholas Kay, ha definito l’attacco «un crimine contro l’umanità», dal momento che Save The Children si occupa fin dalla sua fondazione, avvenuta 98 anni fa, di salvaguardare le condizioni e la vita stessa dei bambini nelle zone più povere e più pericolose del pianeta. Non da ultimo il commento in una nota congiunta dell’Alto Rappresentante Ue Federica Mogherini e dei commissari per le crisi umanitarie e allo Sviluppo Christos Stylianides e Neven Mimica: « È un affronto a tutte le organizzazioni umanitarie, all’umanità, e dimostra un palese disprezzo per il benessere e il futuro di tutti i bambini afghani, che si affidano al lavoro dedicato degli altri». (a.s.)