Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Senatrice a vita Liliana Segre – sopravvissuta ad Auschwitz – per avere dato lustro alla Patria con altissimi meriti nel campo sociale.
Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: «La vita di Liliana Segre – ha commentato su Twitter – è testimonianza di libertà. Da senatrice ci indicherà il valore della memoria. Una decisione preziosa a 80 anni dalle leggi razziali».
La vita di Liliana #Segre testimonianza di libertà. Da senatrice ci indicherà il valore della memoria. Una decisione preziosa a 80 anni dalle leggi razziali
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 19 gennaio 2018
Sorpresa e lusingata anche la stessa Segre: «La notizia mi ha colto completamente di sorpresa. Non ho mai fatto politica attiva e sono una persona comune, una nonna con una vita ancora piena di interessi e di impegni. Certamente il Presidente ha voluto onorare, attraverso la mia persona, la memoria di tanti altri in questo anno 2018 in cui ricorre l’ottantesimo anniversario delle leggi razziali».
«Coltivare la Memoria – ha continuato – è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare».
«A nome di tutte le comunità ebraiche in Italia – ha detto invece la presidente Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane), Noemi Di Segni – esprimo la nostra commozione per la decisione del Presidente Mattarella che risponde esattamente alla profonda esigenza di assicurare che l’istituzione chiamata a legiferare abbia a Memoria quanto avvenuto nel passato e sappia in ogni atto associare al formalismo della legge anche l’intrinseca giustizia e rispondenza ai fondamentali principi etici, in un contesto sempre più preoccupante nel quale l’oblio rischia di divenire legge oltre che fenomeno sociale».
Liliana Segre, nata a Milano nel 1930, venne espulsa dalla scuola a causa delle leggi razziali fasciste nel 1938. Fu poi arrestata insieme al padre mentre cercava di fuggire in Svizzera e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Riuscì a sopravvivere e venne liberata l’anno successivo. (ei)