Nonostante i guai dei giorni scorsi, dovuti alle falle nei processori, Intel non si ferma e batte l’ennesimo colpo nel processo di potenziamento del piccolo. La sfida tecnologica di creare computer al tempo stesso più piccoli e più potenti passa inevitabilmente dalle schede madre, che tradizionalmente necessitano di spazio di lavoro e raffreddamento. Va in questa direzione la presentazione del primo processore “ibrido” di Intel, realizzato in collaborazione con Amd.
Al Ces, la fiera dell’elettronica di consumo in corso a Las Vegas, è stato svelato il processore Core di ottava generazione presentato da Intel in cinque modelli – 4 Core i7 e un i5 – è equipaggiato con il processore grafico Radeon RX Vega M di Amd. L’unione tra i due colossi tecnologici permetterà la creazione di creare computer portatili leggeri, con uno spessore sotto i 17 millimetri, in grado di sostenere carichi di lavoro pesanti come quelli generati da videogiochi, realtà virtuale o rendering.
New 8th Gen #Intel Core Processors with Radeon RX Vega M Graphics Offer 3x Boost in Frames per Second in Devices as Thin as 17 mm: https://t.co/klMoskuW34 pic.twitter.com/pXTHlrRQmb
— Intel Official News (@intelnews) 8 gennaio 2018
L’allarme cybersecurity pareva aver messo in crisi la compagnia, che invece risponde con questa novità alla fiera americana. Tre sono le class action intentate nei confronti di Intel, dopo che la settimana scorsa è emersa la notizia delle falle di sicurezza che colpiscono i processori. Le prime azioni collettive arrivano da California, Oregon e Indiana e si riferisco a “Metdown” e “Spectre”, le due vulnerabilità che i ricercatori hanno scovato nei microprocessori. La prima coinvolge i microprocessori di Intel costruiti a partire dal 1995, mentre la seconda oltre a Intel colpisce anche i prodotti di Amd e Arm. (FG)