Ogni religione ha bisogno del suo tempio. Non fa eccezione il tennis che a Milano, ha trovato una casa decisamente fuori dal comune: fino al 16 dicembre la chiesa di San Paolo Converso diventa un campo vero e proprio con la sua rete, le sue racchette e le sue belle linee bianche.
Uno spazio, appartenente allo studio “CLS architetti”, che torna nelle mani della città e dei cittadini. Il merito è del progetto di un artista americano, Asad Raza. La sua idea è semplice: invitare il visitatore a un momento di meditazione attraverso uno sport, come il tennis, per natura votato al silenzio e alla concentrazione. Il tutto tramite dei coach incaricati di spiegare il percorso di questa mostra che riesce, con dei piccoli espedienti, ad abbracciare tutti i sensi. Vista e udito sono soddisfatti dalla natura dell’edificio, la racchetta si occupa del tatto mentre gusto e olfatto vengono appagati da un tè al gelsomino e da alcune boccette profumate.
La chiesa, sconsacrata in epoca napoleonica, diventa il palcoscenico dove viene drammatizzato il momento agonistico. Secondo l’ideatore del progetto si tratta di un modo per indurre un cambiamento emotivo nel visitatore, un momento di calma nel quale assaporare ciò che sta facendo e il luogo in cui si trova.
«Untitled, plot for dialogue – questo il nome dell’esposizione – vuole permettere a chi visita questo antico luogo di preghiera di dialogare con gli affreschi lasciando da parte la religione». L’installazione, come ha spiegato la responsabile della comunicazione dello studio CLS architetti, Nadine d’Archemont, ai nostri microfoni, «fa parte di un progetto di mostre che vedrà la chiesa di San Paolo Converso diventare un nuovo punto d’interesse proprio nel centro della città di Milano».