Si giocherà nel tardo pomeriggio a Bruxelles la partita decisiva per aggiudicarsi la sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Tra le diciotto città candidate, Milano, Bratislava e Amsterdam sono le favorite per ospitare l’ente comunitario istituito nel 1995, costretto dalla Brexit a fare le valigie da Londra. I ministri degli Esteri e degli Affari europei dei ventisette Paesi si riuniranno per scegliere anche la nuova sede dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, obbligata come l’Agenzia dei medicinali a trovare una dimora lontana dal Regno Unito.
L’intrecciarsi di queste due votazioni non è stata una felice notizia per il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, che quest’oggi ci rappresenterà a Bruxelles. Perché contribuirà ad alimentare il clima di incertezza intorno all’esito delle votazioni determinato dalla formula dello scrutinio segreto, dal quale potrebbero arrivare spiacevoli sorprese per Milano. Il timore di Palazzo Chigi, che da mesi sta lavorando per portare l’Ema in Italia, riguarda un’intesa che sarebbe stata trovata tra Berlino e Bratislava. Con la Germania pronta a schierarsi politicamente per portare l’Agenzia del farmaco in Slovacchia in cambio del supporto del fronte dell’Est per far parallelamente sbarcare l’Autorità bancaria europea a Francoforte.
La decisione sulla futura sede dell’Ema, dunque, maturerà in uno scenario politico delicato, i cui equilibri potrebbero sensibilmente cambiare nelle prossime ore, quelle prima del voto. Eppure, per quanto concerne il dossier tecnico, Milano non ha nulla da invidiare agli altri competitor, potendo già disporre di strutture (come il Pirellone) e servizi (nell’ambito sanitario e nella facilità d’accesso al mercato) di alto profilo. Ospitare per i prossimi anni nel capoluogo lombardo gli 890 dipendenti dell’Agenzia del farmaco significherebbe intercettare un flusso economico da 1,5 miliardi di euro. Non solo. Se la sede dell’Ema si trasferisse a Milano, l’appeal internazionale della città potrebbe ulteriormente crescere, così come l’insieme delle risorse e competenze scientifiche dell’intero Paese.