Ha iniziato a sparare per una lite in casa, dove ha colpito a morte il coinquilino, prima di terrorizzare l’intera comunità di Rancho Tehoma e uccidere almeno altre tre persone in vari luoghi della cittadina. Si chiama Kevin Janson Neal l’autore dell’ennesima strage americana, avvenuta a circa 200 km da Sacramento, in California.
L’uomo, 43 anni, è stato ucciso da un agente di polizia dopo aver ferito alcuni bambini e insegnanti di una scuola elementare. Da tempo, secondo i vicini di casa, aveva reazioni violente; uno di loro ha raccontato di minacce rivolte ad alcuni abitanti del quartiere. Il vice-sceriffo Phil Johnston precisa però che non è ancora chiaro cosa abbia innescato la sparatoria.
La strage di Rancho Tehoma segue di soli nove giorni quella di Sutherland Springs, in Texas, e riaccende ancora una volta il dibattito sul controllo delle armi negli Stati Uniti. Quando è stato ucciso, Neal aveva con sé due pistole e un fucile semiautomatico, sebbene fosse noto alla polizia per maltrattamenti in famiglia. Comportamento che, secondo l’associazione Every Town for Gun Safety, impegnata a favore dell’introduzione di restrizioni nel commercio delle armi, caratterizza il 54% di chi finisce per compiere una strage. Stando a uno studio del Research Service del Congresso di Washington, circa un quinto degli eccidi che avvengono negli Stati Uniti sono innescati da dispute domestiche.
Nelle ultime ore, però, a far discutere gli americani è stato soprattutto il tweet di condoglianze del Presidente Donald Trump. Il tycoon ha infatti espresso solidarietà “alla gente di Sutherland Springs”, luogo della strage dello scorso 5 novembre.
La gaffe della Casa Bianca ha fatto scatenare gli utenti di Twitter. Alcuni hanno accusato Trump di essersi limitato a un copia-incolla del messaggio della scorsa settimana, dimenticandosi per di più di modificare la località. Altri hanno fatto notare lo strafalcione contenuto nel tweet: “Il vostro Presidente non è nemmeno in grado di utilizzare la grammatica correttamente: The FBI and Law Enforcement HAVE arrived”. C’è chi ha scimmiottato il messaggio di The Donald dicendosi vicino alle vittime della guerra del 1812. O ancora, chi ha sottolineato che “Il fatto che il Presidente degli Stati Uniti non riesca nemmeno a stare al passo con tutte le sparatorie di massa è un argomento piuttosto convincente a favore di una riforma della politica sulle armi”.
Did u just copy & paste this & forget to change the city?
— Name cannot be blank (@cadillaccannon) 15 novembre 2017
Your president can’t even use proper grammar .. “The FBI and law enforcement HAVE arrived.” https://t.co/CajWiDMhO7
— ThatBish. (@JaideKennedy) 15 novembre 2017
May God be with the people in the War of 1812. The FBI and Law Enforcement has arrived. https://t.co/0jEYQwbsmo
— sarah amy harvard ? (@amyharvard_) 15 novembre 2017
The fact that the U.S. president can’t even keep track of all the mass shootings is a fairly compelling argument for gun reform. https://t.co/d5HEECdgbb
— Melissa McEwan (@Shakestweetz) 15 novembre 2017