TRUMP RISCRIVE LA STORIA DEI PRESIDENTI USA CON NUOVE TARGHE NELLA WALK OF FAME

La storia è un insieme di fattualità, o dipende tutto da chi la racconta? Donald Trump sembra presentarsi come il nuovo narratore del passato americano, inserendo delle targhe esplicative sotto i ritratti dei presidenti USA nella famosa Walk of fame.

DA REAGAN A BIDEN

Nuove didascalie, per lo più offensive, per spiegare com’è andato il mandato dei suoi predecessori. Così il presidente americano Donald Trump ha “aggiornato” la Walk of fame. Ne ha da dire su tutti, da Ronald Reagan che «era un tifoso di Trump prima ancora che diventasse presidente» a John Kennedy ricordato per il «doloroso fallimento dell’invasione alla Baia dei Porci». Il tutto è avvenuto mentre il tyccon ha parlato in diretta televisiva alla nazione il 17 dicembre 2025. Un discorso che arriva dopo undici mesi di mandato e in cui Trump da un lato critica di nuovo la precedente amministrazione Biden («Abbiamo ereditato un disastro») e dall’altra auto-elogia il suo operato, soprattutto dal punto di vista economico: «I dazi sono la mia parola preferita», ha detto.

La Walk of fame con le nuove targhe

E, infatti, tra le targhe dai toni più aggressivi c’è proprio quella dedicata a Joe Biden, definito da Trump «Il dormiglione, di gran lunga il peggior presidente della storia americana». Ha poi proseguito: «Ha assunto l’incarico a seguito delle elezioni più corrotte mai viste negli Stati Uniti, ha supervisionato una serie di disastri senza precedenti che hanno portato la nostra Nazione sull’orlo della distruzione». Ed ecco un altro auto-elogio a fine didascalia: «Ma, nonostante tutto, il presidente Trump è stato rieletto con un margine schiacciante per salvare l’America».

ANDANDO A RITROSO

Barack Hussein Obama «è stato il primo presidente nero, un organizzatore di comunità, senatore dell’Illinois per un solo mandate e una delle figure politiche più divisive della storia americana». The Donald lo critica principalmente per aver approvato l’Affordable Care Act e gli accordi unilaterali di Parigi sul clima, estremamente inefficaci secondo il tycoon. E se riconosce i risultati politici di Bill Clinton, non manca di sottolineare come la moglie del democratico (Hillary Clinton) abbia perso contro Trump nelle elezioni del 2016.

Non risparmia neanche i passati presidenti repubblicani, soprattutto George W. Bush, ai tempi governatore del Texas prima di vincere le elezioni del 2000. Un’amministrazione difficile la sua, dopo l’attentato dell’11 settembre del 2001 e il via della guerra contro il terrorismo. È stato lui ha iniziare i due conflitti in Afghanistan e Iraq «che non sarebbero mai dovute accadere», secondo Trump. Mentre, poco prima della fine del suo mandato, si è verificata una grave crisi finanziaria globale, e una recessione del Paese.

La Walk of fame prima che Trump inserisse le nuove targhe
LA TARGA DI TRUMP

Dopo questo susseguirsi di fallimenti, come direbbe Trump, la targa del tycoon è un trionfo assoluto. Si legge: «La sua vittoria del 2024 ha superato l’incredibile strumentalizzazione delle forze dell’ordine contro di lui, oltre a due tentativi di assassinio». E prosegue: «Ha mantenuto la promessa di inaugurare una nuova Età d’Oro dell’America». Non citando, invece, tutti i problemi che dazi e misure economiche hanno causato a livello internazionale e agli stessi cittadini americani.

La scelta del tycoon è stata sostenuta dalla sua portavoce Karoline Leavitt che ha commentato: «Le targhe sono descrizioni eloquenti dell’eredità di ogni presidente», e non, quindi, una chiara presa di posizione nel tentativo di oscurare i predecessori e illuminare ancora di più The Donald sul suo trono in cima al mondo.

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