ANGELUCCI DA RECORD, MAI PRESENTE IN PARLAMENTO NEL 2025

Perchè farsi eleggere per poi sparire? È una domanda che si ripropone puntuale, ogni volta che vengono riprese le statistiche sulle presenze parlamentari. Record dell’anno va ad Antonio Angelucci: non una presenza alle votazioni nel 2025. 

PRESENZE IN PARLAMENTO: RECORD DI ANGELUCCI 

Prima di lui solo Umberto Bossi, impossibilitato a raggiungere Roma a causa dei suoi problemi di salute. Il nome di Antonio Angelucci non è nuovo alla classifica degli assenteisti. In Parlamento dal 2008, il deputato leghista – anche editore dei quotidiani di centrodestra Libero, Il Giornale, Il Tempo e ras delle cliniche private del Centro Italia – nel 2025 non si è mai presentato alla Camera dei deputati, collezionando zero presenze su 4.675 votazioni. Lo rivelano i dati di Montecitorio relativi alle votazioni elettroniche, aggiornati a ottobre. 

E a far scattare l’indignazione è il perpetuarsi del comportamento: dall’inizio della legislatura a ottobre 2022, sono tredici le presenze di Angelucci su 15.189 votazioni. A giustificare l’assenza del deputato è quasi sempre il premier del Carroccio Matteo Salvini: sua la firma sull’89,7% delle giustificazioni che danno al deputato il diritto di ricevere la diaria (il gettone di presenza che spetta per ogni giornata in Parlamento, pari a 206,58€ per i deputati e 224,90€ per i senatori). 

Il primato di Angelucci non è un unicum: completano la classifica Marta Fascina (in quota Forza Italia, assente al 94,54% delle votazioni) e Valeria Sudano, che si ferma poco sopra il 73% di mancate presenze. Quarto e quinto posto sono occupati da due parlamentari del centrosinistra: il renziano Francesco Bonifazi (61,32% di assenze) e la pentastellata Carmen di Lauro (54,83%). Chi ha capito di aver sbagliato gioco è la forzista Michela Vittoria Brambilla: dalle 0,89% presenze della passata legislatura, dal 2022 ha cambiato stile partecipando al 76% delle votazioni. 

Marta Fascina in Parlamento

Il ‘caso Angelucci’ e l’assenteismo cronico dei parlamentari torna regolarmente a infiammare il dibattito politico, dal quale emergono proposte per risanare la situazione. Già nel marzo 2024 il deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli aveva presentato una proposta di legge per introdurre la decadenza dei parlamentari che non partecipano ad almeno il 25% delle votazioni per due anni consecutivi. 

COSA PREVEDONO I REGOLAMENTI DI CAMERA E SENATO 

In Parlamento, la maggior parte del lavoro viene svolto attraverso Commissioni. Per ricevere la diaria, i regolamenti di Camera e Senato prevedono che il singolo parlamentare debba partecipare ad almeno il 30% delle votazioni giornaliere. A meno che non si abbia giustificazione, elemento che rende automaticamente presente il parlamentare assente.

Le motivazioni ammesse sono: maternità obbligatoria, congedo di paternità, ricovero ospedaliero, malattia certificata, lutto per un congiunto, assistenza di familiare invalido. A queste vanno aggiunte le cosiddette ‘missioni’, ovvero un incarico ricevuto da Camera o Senato oppure un’attività connessa ad altri incarichi politico-istituzionali.

Quando le assenze sono giustificate

Luca Dal Poggetto, analista politico di Openpolis, in un’intervista rilasciata a Dataroom, spiega come la scarsità di trasparenza nelle Commissioni renda difficile verificare le presenze e, di conseguenza, misurare l’impatto dell’assenteismo sulla qualità dei lavori parlamentari. «Nelle Commissioni c’è grave carenza di trasparenza, i dati non sono tutti pubblici e non si possono verificare le presenze. […] Il margine di discrezionalità è molto ampio e non è possibile sapere se alla fine si tratti di missioni camuffate o reali».

A cura di Martina Carioni

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