Il governo ha presentato in Commissione Bilancio i suoi emendamenti per la manovra 2026. Tra questi troviamo il raddoppiamento della Tobin tax, un’imposta sulle transazioni finanziarie introdotta nel 2012 dal governo Monti. «Si applica sulla compravendita d’azioni, di derivati su azioni e su indici italiani o indici con più del 50% di azioni italiane, e di azioni derivanti da conversione di obbligazioni.
Le azioni in questione devono però essere emesse da società quotate con sede in Italia (sono quindi escluse tutte le azioni estere), la cui capitalizzazione media nel mese di novembre dell’anno precedente a quello della negoziazione sia superiore a 500 milioni di euro». Dal 2026 la tassa passerà dallo 0,1% allo 0,2% sui mercati regolamentati; dallo 0,2% allo 0,4% su quelli non regolamentati; dallo 0,02% allo 0,04% sulle negoziazioni ad alta frequenza. L’aumento permetterà al Mef di Giorgetti (Lega) di incassare circa 1,5 miliardi di euro in tre anni.
La modifica è arrivata per compensare il taglio della doppia tassazione sui dividendi delle holding (fortemente voluto da Forza Italia). La riformulazione dell’articolo 18 del ddl fa crollare il gettito da 736,1 milioni, stimati nella prima stesura, a 35,2 milioni nel 2026. La proposta di aumentare la Tobin tax era già stata presentata da alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia e dell’opposizione. Da sempre contraria all’imposta, invece, la Lega che durante la scorsa campagna elettorale aveva addirittura proposto la sua abolizione. L’emendamento però con tutta probabilità verrà votato anche dal Carroccio.

Quali sono le tassazioni già presenti per gli investimenti finanziari?
Le perplessità sul raddoppiamento della Tobin tax sono molte: le imposte da pagare sulle operazioni finanziarie in Italia sono già alte. La tassazione per il capital gain di azioni, future ed ETF è al 26%; quella sui profitti ottenuti da Bot e Btp è al 12,5%, così come quella su titoli emessi da enti pubblici e sui bond stranieri. Numeri che ci rendono il dodicesimo Paese europeo per tassazione sugli investimenti finanziari.
Gli altri emendamenti presentati
- Modificato l’aumento della cedolare secca al 26% per gli affitti brevi che, con il nuovo emendamento, interesserà solo le seconde case. L’imposta rimane al 21% per chi affitta la prima casa;
- Confermato al 2% l’aumento dell’Irap per banche e assicurazioni. Vengono però esclusi i soggetti con minore base imponibile, introducendo una franchigia di 90mila euro applicabile sulla maggiore imposta dovuta solo per i periodi d’imposta 2027 e 2028. Inoltre cala la soglia di deducibilità sulle perdite;
- Ridotto il taglio per il Fondo per il cinema: da 150 milioni a 90 milioni nel 2026;
- Introdotto un contributo di 2 euro sui pacchi postali provenienti da Paesi extra Ue con valore inferiore a 150 euro;
- Proposto un bonus libri destinato alle famiglie con un Isee inferiore a 30 mila euro.
- Previsto un fondo di circa 6 milioni di euro per le celebrazioni dei 2.500 anni dalla fondazione della città di Napoli;
- Confermato il fondo per lo sport dedicato agli studenti universitari, con lo stanziamento di 5 milioni di euro.
A cura di Giovanni Martinelli