La città di Milano conquista un podio inaspettato e alquanto singolare, piazzandosi al terzo posto per la più alta spesa pro-capite sulla piattaforma in abbonamento OnlyFans. Questo fenomeno, fotografato dall’analisi “OnlyFans Wrapped 2025” – ricalcando il trend lanciato da Spotify – è a cura della società specializzata Only guide e conferma il capoluogo lombardo come il primo centro europeo in classifica. Nata come semplice spazio per creator a pagamento, la piattaforma è ormai divenuta sinonimo di contenuti per adulti nell’era post-Covid19, generando una nuova e potente ondata dell’economia digitale che trova in Italia, e in particolare a Milano, un “luogo” di largo consumo.
La Mappa del Consumo: 58 Milioni e il Dominio USA
L’indagine di OnlyGuide rivela la mappa globale del consumo, confermando un netto dominio statunitense. Sul podio, Milano si trova subito dietro le città americane di Atlanta e Orlando. A seguire, la classifica vede altre metropoli USA come Miami, Washington DC e Minneapolis. Le cifre che hanno portato Milano al terzo posto globale sono impressionanti: la spesa totale stimata per i residenti milanesi nel 2025 ammonterebbe a ben 58 milioni di euro. Tradotto in pro-capite, si parla di oltre 420.000 dollari (circa 365.000 euro) spesi ogni 10.000 abitanti, evidenziando l’enorme portata di questo flusso economico, che in Italia ha visto un aumento significativo negli ultimi anni, portando anche a recenti controlli fiscali sui creator per evasione.
Richieste Clamorose e Record Economici: Il Lato Bizzarro della Creator Economy
Il volume di spesa su OnlyFans è alimentato da abbonamenti e soprattutto da richieste personalizzate che spesso raggiungono cifre astronomiche e toccano il limite dell’insolito. Mentre alcuni creator internazionali e nostrani stabiliscono record di guadagno sensazionali, come la star Lil Tay, che ha dichiarato di aver incassato 1 milione di dollari in sole tre ore dall’apertura del suo profilo, altri monetizzano richieste bizzarre e specifiche. Tra i casi più eclatanti spicca l’episodio della creator italiana Eli Esposito, pagata 3.000 euro da un utente per un video in cui simulava di aspirare l’utente stesso con l’aspirapolvere. Celebrità come Lily Allen hanno rivelato di guadagnare di più con la vendita di foto dei piedi (richieste sporche, con calzini specifici o mentre schiacciano il cibo) rispetto allo streaming musicale. Tutto mostra come l’economia del content sia plasmata da nicchie disposte a investire somme ingenti per contenuti ultra-personalizzati.