Scarpetta rossa, dentro il fenomeno del femminicidio

Il reato di femminicidio è legge e verrà punito con l’ergastolo. La decisione è stata presa con voto unanime dalla Camera dei deputati in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Già quest’estate, il provvedimento aveva ottenuto il via libera bipartisan del Senato. Per una volta le forze politiche si sono unite per introdurre all’interno del codice penale il nuovo articolo 577-bis, che rende il femminicidio un crimine punibile con l’ergastolo. Oltre ad una pena maggiore ci saranno più tutele per gli orfani di femminicidio.

Si pensa che questa possa essere una “soluzione” per arginare quello che viene considerato uno dei più grandi mali della nostra epoca. La speranza è che il numero di reati diminuisca, disincentivando l’aggressore, che si presenta come “una persona apparentemente tranquilla, mentre in casa diventa una belva” come dichiarato Gualtiero Nicolini, responsabile progetti e sviluppo dell’associazione Scarpetta Rossa.

A oggi sono molte le misure di prevenzione, volte a tutelare e proteggere la donna che denuncia. Una tra le tante è il braccialetto elettronico. “Uno strumento fondamentale per arginare il fenomeno delle violenze” ha affermato l’avvocata penalista Claudia Serena Invernizzi. Ma ha aggiunto: “ha le sue criticità. Nella mia esperienza personale è capitato che non funzionasse”.

Per il ddl sulla violenza alle donne si deve ancora attendere. Sul nuovo disegno di legge, che introduce il consenso informato, lo scontro è acceso.

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