Prima alla Scala, chi è lady Macbeth e perché è un simbolo di ribellione

La Lady Macbeth che domenica 7 dicembre debutterà alla Scala è una figura paradigmatica. Una donna che, insieme alla persona che ama, arriva ad assassinare gli uomini che la opprimono, in una spirale di omicidi che porta entrambi verso una fine tragica. La prima opera in cui compare è Macbeth, la famosa tragedia di William Shakespeare del 1606. Ma quella che andrà in scena nel teatro milanese viene dalla Russia.

LA LADY MACBETH DI SHAKESPEARE

La Lady Macbeth originale è un personaggio malvagio. È la prima che incoraggia il marito Macbeth ad uccidere il re per impossessarsi del trono. Questo primo omicidio ne genera altri che alla fine portano alla morte di entrambi. Lady Macbeth, schiacciata dal peso emotivo e morale dei suoi crimini, pian piano impazzisce. Quando dorme viene tormentata da visioni e incubi, ha episodi di sonnambulismo che si trasformano in crisi in cui tenta più e più volte di pulirsi le mani che vede sempre sporche di sangue.

L’omicidio è presentato come un atto contro la natura che, alla fine, ristabilisce sempre l’ordine delle cose. Il protagonista all’inizio della rappresentazione è una persona nobile, ricca ed onesta. Ma il primo assassinio genera una catena di altri delitti che lo cambia e non può che concludersi con la morte degli autori.

UNA LADY MACBETH DEL DISTRETTO DI MCENSK

Ma questa volta lady Macbeth si chiama Katerina Izmailova. Una giovane e di origini umili che vive segregata nella casa del marito Zinovij e del suocero Boris. Il primo è un mercante che la trascura, il secondo un vecchio violento. Esattamente come il personaggio shakespeariano, nel corso dell’opera trascina sé stessa e l’uomo che ama, il servo Sergej, in una spirale di omicidi. Prima uccidono il suocero, poi il marito. Ma, scoperti dalla polizia, vengono deportati in Siberia. Qui Katerina, abbandonata anche da Sergej ora innamorato di un’altra prigioniera, si suicida portando con sé anche la rivale in amore.

LA CENSURA

Una lady Macbeth del distretto di Mcensk debutta il 22 gennaio 1934 al Teatro Malij di Leningrado, in una Russia dominata da Stalin. Nelle intenzioni dell’autore, Dmitrij Šostakovič, sarebbe dovuta essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia. Ma nonostante il grande successo in patria e all’estero nel 1936 l’opera viene messa all’indice dalla Pravda due giorni dopo che Stalin ha assistito ad una sua rappresentazione a Mosca.

L’opera è tratta da una novella di Nikolaj Leskov, ispirata a un fatto di cronaca nera realmente accaduto nella Russia dell’Ottocento. Ma rispetto all’originale, in cui Katerina è apertamente malvagia, nell’opera di Sergej diventa un personaggio moralmente grigio, un’assassina vittima a sua volta di un contesto patriarcale e oppressivo. Un simbolo involontario di ribellione alla propria condizione.

Chiara Brunello

Sono laureata in comunicazione, media e pubblicità all'Università Iulm. Mi interesso di cronaca nera, politica interna ed estera.

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