Droni e cyberguerra l’ammiraglio della Nato: “pronti a muoverci per primi”

«Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando». Sono queste le parole dell’ammiraglio italiano Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato NATO, rilasciate al Financial Times e che hanno suscitato polemiche. Il Cremlino ha reagito duramente: «Riteniamo che la dichiarazione di Cavo Dragone sui potenziali attacchi preventivi contro la Russia sia un passo estremamente irresponsabile», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Una simile affermazione dimostra la volontà dell’Alleanza Atlantica di muoversi verso un’escalation», ha aggiunto. In realtà, l’ammiraglio Cavo Dragone si riferiva al campo della cyber guerra e agli attacchi ibridi, non a uno scontro bellico tradizionale. La Russia ha strumentalizzato l’intervista, probabilmente per creare tensione proprio nei giorni in cui si stanno cercando accordi di pace per porre fine alla guerra in Ucraina.

GLI INCONTRI DIPLOMATICI

Nella giornata di lunedì 1° dicembre, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato accolto all’Eliseo con un abbraccio, mentre la coalizione dei volenterosi ha ribadito il pieno sostegno a Kiev. Oggi, martedì 2 dicembre, Steve Witkoff, inviato speciale per le missioni di pace, è a Mosca per discutere con Putin la sospensione di missili e droni.

LE PRECISAZIONI DELLA NATO

Cavo Dragone ha chiarito che la NATO non intende piazzare missili o soldati ai confini europei. Il riferimento è alla prevenzione di attacchi informatici o alle contromosse contro i mezzi militari russi specializzati in attacchi elettromagnetici. L’obiettivo è rispondere con gli stessi strumenti usati dai russi, evitando di limitarsi a riparare i danni subiti. Secondo l’ammiraglio, la NATO ha limiti giurisdizionali, etici e legali maggiori rispetto alla Russia, una condizione che rende più complessa la posizione dei Paesi del Patto Atlantico. Dopo la risposta del Cremlino, l’Alleanza ha precisato che si tratta di prevenzione e deterrenza contro attacchi hacker, intrusioni di droni e campagne di disinformazione. Nessuno ha parlato di attacchi militari contro la Russia o altri Paesi. Da quando Mosca ha iniziato ad attaccare l’Europa con forme di guerra ibrida, la NATO sta studiando possibili contromosse. Reazioni che, per essere efficaci, non possono essere passive.

I PUNTI DEL PIANO DI DIFESA 

Il piano di difesa dell’Alleanza si concentra innanzitutto sul blocco della disinformazione, fermando all’origine i tentativi di Mosca di influenzare la vita dei Paesi membri attraverso campagne di propaganda. Allo stesso tempo, prevede un intervento mirato contro i droni: se la rotta è parallela al confine, non è necessario agire, mentre se il drone si dirige verso il territorio europeo è possibile prevenirne lo sconfinamento abbattendolo. Infine, la NATO punta a individuare in anticipo le minacce informatiche, paralizzando o inibendo le fonti di attacco prima che possano causare danni significativi.

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