OMICIDIO THOMPSON: MANGIONE ACCOLTO COME UN EROE POP

Da killer a Robin Hood newyorkese. Luigi Mangione è il 27enne accusato di aver ucciso Brian Thompson, Ceo di una divisione di UnitedHealthcare, il quattro dicembre 2024 fuori dall’Hotel Hilton a Manhattan. Il movente risiederebbe nella rabbia e nel risentimento di Mangione nei confronti di una compagnia assicurativa sanitaria “parassitaria” e dell’industria in generale. Un anno dopo, durante la prima udienza preliminare del processo, l’italo americano è stato accolto dagli applausi dei fan radunati fuori dalla Corte Suprema per supportare il loro paladino.

UNA NARRATIVA NUOVA

Ha ucciso un uomo, ma in America è diventato un eroe, un simbolo di resistenza ad una delle più grandi compagnie assicurative sanitarie statunitense, l’UnitedHealthcare, finita sotto accusa per il modo spietato con cui trattava i suoi clienti. Sempre più nel Paese uno dei problemi caldi è il sistema sanitario e il suo gesto rientra nella “giustizia-fai-da-te” che molte persone giustificano e apprezzano.

Per questo motivo il primo dicembre 2025 fuori dalla Corte Suprema di Manhattan, Mangione è stato accolto da una vera e propria schiera di fan che urlavano «Free Luigi», applaudivano e mostravano cartelloni contro il sistema sanitario americano: “Quando i pazienti muoiono, il profitto sale”. La vicenda non sorprende. L’uomo ha ricevuto in carcere più di seimila lettere e lui ha registrato il nome e l’indirizzo di tutti i suoi fan. Questo perché «Il minimo che possa fare è riconoscere ciascuna persona che ha trovato il tempo e ha fatto lo sforzo di scrivermi». E ancora un gruppo di attivisti il sei maggio, giorno del suo compleanno, ha affittato un aereo perché volasse sopra il carcere con lo striscione “Free healthcare, Free Luigi”, ovvero “Sanità gratuita, liberate Luigi”.

L’ACCUSA

Thompson è stato ucciso con un colpo di pistola e Luigi Mangione è stato imputato per omicidio premeditato, mentre è caduta l’accusa iniziale di terrorismo. Ad incastrarlo le immagini delle videocamere di sorveglianza che hanno ripreso il momento esatto dell’assalto, ma l’uomo si dichiara tutt’ora non colpevole. Potrebbe rischiare l’ergastolo, ma è improbabile dato che nello Stato di New York non si applica da vent’anni.

LA DIFESA

Nell’udienza preliminare la difesa di Luigi Mangione ha seguito una linea chiara. Far dichiarare inammissibili le prime dichiarazioni rese agli agenti ed escludere dal fascicolo il contenuto dello zaino sequestrato al momento dell’arresto. Zaino in cui, secondo l’accusa, sarebbero stati trovati una pistola stampata in 3D, un silenziatore, alcune chiavette Usb. E soprattutto il «manifesto del killer», in cui l’uomo dichiarava di voler «ribellarsi contro il cartello letale delle assicurazioni sanitarie, guidato dall’avidità». La difesa sostiene che la polizia abbia perquisito lo zaino prima dell’ottenimento del mandato e che non abbia “letto i diritti dell’imputato in tempi corretti”.

IL MCDONALD’S DI ALTOONA
Luigi Mangione, il 27enne accusato di omicidio premeditato ripreso dalle videocamere di sorveglianza

La sua fuga era durata solo cinque giorni, perché a volte basta un minimo dettaglio per far crollare tutto. Nel suo caso a tradirlo sono state le sue sopracciglia folte, un tratto che ha reso Mangione facilmente riconoscibile, anche se nel momento dell’omicidio indossava una mascherina per coprirsi il volto. Così i clienti e i dipendenti di un McDonald’s di Altoona si sono accorti di aver davanti il presunto assassino e hanno chiamato il 911 che ha poi arrestato l’uomo.

La chiamata è stata riprodotta durante la prima udienza preliminare del primo dicembre. La voce era quella del direttore del fast-food: «Non è davvero un’emergenza, ma ho un cliente qui di cui altri clienti si sono insospettiti, perché sembra lo sparatore del CEO di New York». L’uomo, ha spiegato, indossava «una giacca nera con una mascherina sanitaria e un berretto color sabbia calato sulla fronte» lasciando visibili soltanto «le sue sopracciglia». E aggiunge: «È in fondo alla nostra sala, vicino al bagno. Non so davvero cosa fare, ragazzi».

No Comments Yet

Leave a Reply