Dentro una truffa digitale: la voce calma e professionale che ti svuota il conto

Quando Lorenzo (il nome è di fantasia) viene chiamato sul cellulare è un giorno qualunque. Sullo schermo compare il nome della sua banca, proprio com’era successo altre volte. Nessun sospetto, nessuna esitazione. Risponde.

L’allarme dalla banca

Dall’altra parte, una voce calma e professionale gli spiega che sono state rilevate operazioni anomale sul suo conto bancario. «Dobbiamo mettere al sicuro il suo denaro – dicono al telefono – altrimenti rischia di andare completamente perso». In fretta Lorenzo, sotto la guida di quello che pensava essere un consulente della banca, trasferisce i risparmi su un “conto protetto”, temporaneo e apparentemente necessario. Non esita neanche un secondo perché tutto sembra autentico: linguaggio tecnico, tono rassicurante e riferimenti precisi alla sua filiale.

I “Carabinieri” in aiuto

Poco dopo riceve un’altra telefonata e sul display appare un numero sconosciuto. Lorenzo risponde, ma questa volta sono i “Carabinieri”.

Con la massima autorevolezza, una voce conferma il rischio economico. «Stiamo collaborando con la sua banca. È fondamentale che segua le indicazioni ricevute». Lorenzo esegue tutti i passaggi: apre il conto indicato e trasferisce il capitale di una vita, dai piccoli risparmi accumulati negli anni ai fondi messi da parte per la famiglia. Ogni operazione viene accompagnata da una parola di conforto da entrambi i suoi interlocutori, come se qualcuno stesse davvero provando a proteggere il suo denaro.

Sono sempre più frequenti le truffe realizzate con l’intelligenza artificiale
La verità

Ma dopo una corrispondenza telefonica durata svariati giorni, alla pressione iniziale del consulente e del carabiniere si sostituisce un silenzio totale. Lorenzo prova allora a chiamare direttamente il direttore della sua banca. Bastano pochi minuti perché la verità gli cada addosso: non esiste nessun conto protetto, nessun allarme e nessuna collaborazione con le forze dell’ordine. Lorenzo è vittima di una truffa digitale, realizzata con l’intelligenza artificiale. Al telefono non erano né la banca né i Carabinieri, ma numeri e voci manipolati per rendere credibile la frode.

Il lieto fine

Al denaro perso, si aggiunge la vergogna per l’inganno subito. Nel tentativo di non perdere tutto il suo patrimonio, Lorenzo si rivolge a uno studio legale nel milanese che prende in carico la vicenda e riesce a determinare che parte dei fondi era confluita in un conto italiano. Ciò permette un recupero più facile dei risparmi rispetto a quando i fondi vengono esportati su un conto estero aperto a nome della vittima, come spesso accade in questo tipo di truffe. Con un intervento rapido della Procura e un sequestro preventivo, le somme di Lorenzo vengono congelate prima di sparire del tutto.

No Comments Yet

Leave a Reply