A 1.378 giorni dall’invasione russa, tutto il mondo spera che questa sia la volta buona. I colloqui a Miami per la pace in Ucraina si sono chiusi nella soddisfazione generale. Secondo il segretario di Stato americano Marco Rubio, “sono stati produttivi, ma c’è ancora del lavoro da fare”. “Un successo” per il capo della delegazione ucraina Rustem Umerov. Da Zelensky arrivano i ringraziamenti al team americano “per il tempo impiegato”.
La posizione ucraina
Il timore maggiore, durante questa fase negoziale, è che l’Ucraina venga esclusa dalle trattative trovandosi così a dover accettare un accordo che nella realtà dei fatti è una resa. A rinforzare questa paura c’era la prospettiva di quel piano in 28 punti proposto da Trump il 20 novembre, in cui Zelensky avrebbe dovuto accettare di cedere le regioni di Donbass, Kherson, Zaporizhzhia e Crimea e riconoscere la sovranità di Mosca. Tuttavia all’indomani dei colloqui in Florida, il leader ucraino rassicura che “tutte le questioni affrontate durante gli incontri siano state discusse apertamente e con l’obiettivo di garantire la sovranità e gli interessi nazionali della nazione”. Oggi Il presidente Zelensky sarà a Parigi, dove incontrerà il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron e dove sarà raggiunto dal capo della delegazione di Kiev Rustem Umerov in arrivo da Miami, che lo aggiornerà in modo dettagliato sull’esito dei negoziati di ieri.
… e quella americana
Anche il presidente statunitense Donald Trump vede “buone chance” per un accordo di pace dopo i colloqui in Florida, definiti “tosti ma molto costruttivi”. Axios però riferisce che, secondo fonti ucraine, il vertice si è incentrato sulle questioni territoriali. Infatti “l’attenzione si è concentrata su dove sarebbe stato effettivamente il confine con la Russia”. Su questo punto sembra che Washington voglia che Kiev ceda alcuni territori, in qualche modo confermando i timori internazionali del destino dell’Ucraina dopo la firma. Intanto oggi, 1 dicembre, l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, volerà a Mosca, dove domani è previsto l’incontro con il capo del Cremlino Vladimir Putin.
UE: la grande assente
Dopo l’incontro tra le delegazioni ucraina e americana, Kiev insiste per un nuovo faccia a faccia tra Zelensky e Trump. I contatti operativi tra le parti non cessano, fanno sapere fonti internazionali, ma l’Ucraina afferma che un incontro sarebbe auspicabile non solo per sancire l’accordo, ma anche per discutere apertamente di alcuni punti ancora non ben definiti. Intanto l’alta rappresentante UE Kaja Kallas ribadisce come la situazione potrebbe sbloccarsi se l’UE venisse interpellata: “Gli ucraini sono lì da soli: se fossero insieme agli europei, sarebbero sicuramente molto più forti.” Ma questo “sicuramente”, alla fine è solo un’opinione…