È MORTA ORNELLA VANONI: L’ICONA DELLA MUSICA ITALIANA CHE PARLAVA AI GIOVANI

L’Italia dice addio a Ornella Vanoni. La cantante è morta ieri, venerdì 21 novembre, all’età di 91 anni a causa di un arresto cardiocircolatorio nella sua casa a Milano. La sua carriera decennale ha attraversato la storia della musica italiana, dialogando con le vecchie e le nuove generazioni. Una diva indimenticabile dalla voce immediatamente riconoscibile e sicuramente inimitabile.

Una storia “Senza fine”

Cantante, attrice, personaggio televisivo e ultimamente anche icona dei giovani sui social. Ornella Vanoni nasce a Milano, 1934. Debutta negli anni Cinquanta come attrice al Piccolo Teatro. Sotto la guida del regista Giorgio Strehler, divenendo celebre come “cantante della mala”, interpretando con intensità drammatica brani legati a storie di criminalità e marginalità, che le conferirono subito un’aura intellettuale e sofisticata.

Ornella Vanoni: una carriera fatta di musica, successo e autenticità

La svolta verso il grande pubblico avviene negli anni Sessanta grazie all’incontro, artistico e sentimentale, con Gino Paoli. Ornella abbandona le atmosfere cupe degli esordi per abbracciare il pop d’autore, rivelando una sensualità vocale unica in brani come “Senza fine”. Il successo si consolida poi negli anni Settanta con hit immortali come “L’appuntamento” e “Domani è un altro giorno”. Ma anche attraverso la storica collaborazione con Vinícius de Moraes e Toquinho, che portarono la bossa nova in cima alle classifiche italiane. Nei decenni successivi, la Vanoni non ha mai smesso di sperimentare, collaborando con i più grandi nomi del jazz e della musica leggera. E poi la conquista delle nuove generazioni grazie ad una disarmante ironia e a duetti con artisti contemporanei, confermandosi indiscutibilmente come la signora della canzone italiana.

Una sperimentazione lunga 70 anni

Vanoni è stata una delle voci più importanti della musica italiana, capace di rinnovarsi e non perdere la sua originalità nel corso dei 70 anni di carriera. Debuttando nel 1956 con le “Canzoni della Mala”, il suo percorso artistico è continuato con sperimentazioni nel pop d’autore, arrangiamenti jazz e nella bossa nova. Vanoni ha condiviso il palco con autori italiani di alto calibro, come Fabrizio De André, Lucio Dalla, Renato Zero e Riccardo Cocciante, arrivando anche a collaborare con artisti più vicini ai giovani come Francesco Gabbani. Ma non si è fermata ai confini nazionali: grazie alla sua anima jazz, Vanoni ha lavorato con George Benson, Herbie Hancock, Gil Evans e Ron Carter, aprendo la strada per una carriera internazionale.

Ornella Vanoni interpreta la canzone “Ma come ho fatto”, sigla del varietà L’appuntamento, (1973)

Molti dei suoi brani hanno lasciato un’impronta nell’ambito musicale, come “Che cosa c’è” e “La musica è finita”, classico portato nel 1967 a Sanremo. Proprio il palco dell’Ariston ha ospitato Vanoni per otto volte. L’artista è arrivata seconda nel 1968 con “Casa Blanca” e per tre volte è arrivata quarta con “La musica è finita” (1967), “Eternità” (1970) e “Alberi” (1999). Nonostante non conquistò mai la vittoria, nella scorsa edizione Vanoni ha ricevuto il Premio Città di Sanremo alla carriera, un unicum nella storia della musica italiana. Ma i premi della Vanoni non terminano qui: nel 2008 ricevette il “Premio Milano donna – le donne che hanno fatto grande Milano”, il Premio Marisa Bellisario Speciale alla Carriera e fu l’unica donna, oltre che la prima artista, a vincere due Premi Tenco e una Targa Tenco.

L’ultimo successo, quello che forse rimarrà più impresso nella memoria dei giovanissimi Sant’allegria, con il remix di Jack Sani una hit moderna e virale sulle piattaforme social e di streaming che ha fatto appassionare tutti nell’estate del 2024.

L’amore di una generazione che non era la sua

Negli ultimi anni Ornella Vanoni era diventata un’icona amatissima sui social, soprattutto dai più giovani. La differenza d’età non contava: il suo spirito libero, senza filtri né maschere, aveva fatto breccia nel cuore dei ragazzi, che la stimavano trasformando spesso le sue frasi o momenti cult in meme o in video divertenti. Parola d’ordine: spontaneità!

Come dimenticare quando, ospite in diretta da Fabio Fazio, dichiarò che le sue badanti dovessero saper rollare le canne perché lei ne faceva uso prima di andare a dormire? Una clip che in poche ore fece il giro del web e che la Gen Z adottò come manifesto di una libertà che spesso viene negata. Oppure l’esibizione in cui, accecata dalle luci di studio, non riuscì a leggere il gobbo con il testo e interruppe il brano in modo esilarante. O ancora frasi entrate nella cultura del web come “Sono già stanca”, “Non so se arrivo a Natale”, o il celebre video degli auguri a Renato Zero mentre tentava invano di spegnere la candelina. Un linguaggio schietto, diretto, a volte senza freni il suo ma con una leggerezza di cui forse avremmo tutti più bisogno.

 

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Non erano passate neppure due settimane dalla sua ultima apparizione pubblica, domenica 9 novembre, nella scuola di “Amici” di Maria De Filippi. Ancora una volta tra i giovani, davanti a un pubblico più giovane di lei di settant’anni, che dagli spalti urlava a squarciagola “Ornella! Ornella!”. È tutto racchiuso qui, nell’ultimo saluto pubblico che la signora della musica ha voluto regalare. E lei sarebbe tornata, ancora e ancora. La stessa De Filippi le aveva detto che le porte per lei sarebbero sempre state aperte. Ma anche i più grandi, ad un certo punto, ci devono salutare. Ornella era amata perché era sé stessa: libera, vulnerabile, tagliente, ma sempre responsabile. Una nonna che a molti sarebbe piaciuto avere, una diva d’altri tempi ma più contemporanea che mai contemporanea capace di parlare davvero a tutti.

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