I 28 punti di Trump per l’Ucraina. Ira di Kiev

Arriva la bozza del piano di Trump per la fine della guerra in Ucraina: 28 punti che fanno molto discutere per la posizione di svantaggio che Kiev assumerebbe in caso di firma. L’intesa arriva dopo il viaggio in Turchia di Zelensky. Proprio lì, il leader aveva sperato di incontrare l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff per parlare del piano, ma all’ultimo momento il faccia a faccia è stato annullato. Secondo gli americani, l’Ucraina non stava prendendo abbastanza sul serio gli accordi.

Il no di Zelensky

Secondo le prime indiscrezioni dalla Casa Bianca, si tratta ancora di un progetto “in evoluzione”. Tuttavia secondo Kiev “una simile proposta è assurda e inaccettabile” perché “la pace non è in vendita”. Il piano infatti prevedrebbe una resa vera e propria dell’Ucraina, che vedrebbe salva la centrale nucleare di Zaporizhzhia e un fondo russo per ricostruzione dei territori distrutti dall’occupazione. Ben poca cosa in cambio della cessione di territori come la Crimea, difesi già dal 2014. Il no di Zelensky è scontato, mentre è imminente la telefonata con la Casa Bianca per cercare di salvare la situazione.

Le reazioni internazionali

Contraria anche l’Europa, esclusa da questo accordo, opera solo di Trump e Putin. L’Alta commissaria dell’Ue Kaja Kallas sostiene infatti che “ogni piano per funzionare ha bisogno che Europa e Ucraina siano a bordo”. La linea è condivisa anche dal premier britannico Kier Starmer: “La Russia si illude se pensa di indebolire la determinazione del Regno Unito e dell’Occidente a garantire il sostegno a Kiev”.  Gli fanno eco il ministro degli esteri tedesco Wadephul e il suo omologo francese Barrot che ricordano che gli ucraini non accetteranno mai una capitolazione. Si fa sentire anche la Polonia, che ritiene che sia necessario ridurre la capacità di Mosca di nuocere. A sottolineare la centralità dell’Europa è anche il vice premier italiano Tajani, secondo cui l’alleanza dovrà svolgere la sua parte.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump
Cosa prevede il piano

L’Ucraina sarà sovrana sul territorio nazionale, la Russia non invaderà più i paesi vicini e la Nato non si espanderà. Così si apre il piano di 28 punti proposto da Trump, secondo il quale un fondo da 100 miliardi di beni russi congelati nelle banche europee sarà messo a disposizione per la ricostruzione dell’Ucraina. È prevista anche la riapertura della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi, la cui energia dovrebbe venire divisa in parti uguali tra Mosca e Kiev. Previsto anche il rientro della Russia nel G8 e nell’economia globale.

Gli ucraini dovrebbero inoltre ritirarsi dalle regioni di Donbass, Kherson, Zaporizhzhia e Crimea e riconoscere la sovranità di Mosca. Inoltre l’esercito di Kiev dovrà essere limitato a 600 mila uomini e caccia europei saranno dislocati in Polonia per proteggere l’Ucraina, che si impegna ad essere uno stato non nucleare e a non entrare mai nella Nato.

Nell’accordo si parla anche di garanzie di sicurezza modellate sull’Art.5 della Nato: se l’Ucraina invadesse o lanciasse missili verso la Russia perderebbe tutte le garanzie. Se Mosca attaccasse Kiev, oltre a una risposta militare coordinata, sarebbero ripristinate tutte le sanzioni globali. L’Ucraina dovrà riconoscere inoltre il russo come una lingua ufficiale al pari dell’ucraino.

Il punto 28 prevede il cessate il fuoco immediato al momento della firma del memorandum e le elezioni anticipate in Ucraina dopo 100 giorni, mossa che a Kiev sembra il tentativo di Mosca di mettere un suo fedele alla guida del paese.

Chiara Balzarini

Milanese, classe '98. Laureata in Psicologia Sociale , ho scoperto che il mio futuro è nel giornalismo. Appassionata di cavalli e sport equestri, oggi voglio raccontare il mondo in tutta la sua varietà e complessità.

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