“IL SOGNO” DI FRIDA KAHLO E LA TOILETTE D’ORO DI CATTELAN ALL’ASTA DI SOTHEBY’S

L’arte messicana e italiana tornano al centro del mercato dell’arte. “El sueño” di Frida Kahlo e “America”, la toilette d’oro, di Maurizio Cattelan sono le due opere protagoniste delle aste autunnali di Sotheby’s con una vendita, rispettivamente, di 54,7 milioni e di 12,1 milioni di dollari.

America, la toilette d’oro di Maurizio Cattelan
Frida come icona artistica

“El sueño”, stimato inizialmente tra 40 e 60 milioni di dollari, ha riconfermato l’importanza di Frida Kahlo nel mondo artistico, incoronandola a icona pop contemporanea. «L’opera – ha affermato Anna Di Stasi, responsabile del dipartimento di arte latino-americana di Sotheby’s – è un autoritratto, non solo di se stessa, ma anche della sua quotidianità e di come lei rappresentava l’idea di vivere, ma anche di morire, dormire ed essere svegli». Fondendo motivi folcloristici della cultura messicana e il surrealismo europeo, Frida è diventata «una delle più grandi surrealiste dell’America Latina – ha sostenuto Di Stati – un termine con cui lei non era del tutto d’accordo. Ma malgrado tutto, data la bellezza della sua iconografia, ha perfettamente senso incorporarla all’interno del movimento».

Il sogno
L’artista Frida Kahlo

L’opera è stata realizzata nel 1940 e rappresenta Frida addormentata su un letto a baldacchino, sovrastata da uno scheletro di cartapesta che sorride. Con lo stile surrealista che la contraddistingue, indaga il confine tra sonno e morte, rappresentando i “sentimenti neri” spesso dominanti nei suoi quadri e specchio della sua vita reale. Frida, infatti, dormiva sul letto a baldacchino: uno spazio che da sempre ha scandito il suo tempo, a causa degli incidenti e dei problemi di salute che l’hanno colpita da bambina, adolescente e adulta. Anche il suo percorso pittorico è iniziato a letto, dipingendo su piccole tele. Sono poi i dettagli, come le nuvole o le viti, a dare il senso all’intero quadro: un limbo tra vita e morte, in cui quest’ultima sembra inevitabile, ma non morbosa.

Il wc d’oro

Nei “New York Sales” di Sotheby’s è primeggiata anche un’opera italiana: la toilette d’oro massiccio di 18 carati di Cattelan, realizzata nel 2016. Ad aggiudicarsi la vendita un famoso marchio americano, il cui nome non è stato reso noto, e la sua gestione è stata affidata dalla vicepresidente di scienze e storia naturale di Sotheby’s, Cassandra Hatton. Il prezzo iniziale era stato fissato a 9,9 milioni di dollari, stima generata dal valore dell’oro puro. A far salire il prezzo a 12,1 milioni sono state sia la forza provocatoria di Cattelan sia il passato dell’opera. Nel 2016 è apparsa per la prima volta al Solomon R. Guggenheim Museum come bagno comune, utilizzabile dai visitatori. Trasformato in un fenomeno mediatico, un altro esemplare era stato installato nel 2019 al Blenheim Palace nell’Oxfordshire. Ma l’opera fu rubata nella notta e non fu mai ritrovata: probabilmente è stata distrutta e fusa per recuperare l’oro.

La provocazione dietro l’opera
L’artista Maurizo Cattelan

“America” è in linea con lo stile di Cattelan, rinomato nel mondo dell’arte per mettere in crisi. Con la toilette d’oro, Cattelan fa il “Robin Hood”, rubando l’oro ai ricchi per restituire ai poveri un oggetto di uso comune. «È un guanto di sfida al sistema dell’arte – ha dichiarato il critico d’arte e curatore Nicolas Ballario. – e alla retorica che dice che l’arte è sacra: i musei non hanno niente a che fare con il divino, sono la cosa più umana possibile». Una provocazione che unisce il valore del lusso a quello della quotidianità. Ha commentato Ballario: «Dietro c’è quello status symbol americano secondo cui i ricchi devono cercare di possedere tutto il bello, ciò che è dorato. E invece questa volta non serve a niente, perché un water d’oro è comunque una turca: sono destinati a ricevere la stessa cosa».

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