La proposta di pace americana per l’Ucraina: Donbass, armi e esercito dimezzato

Funzionari russi e statunitensi hanno elaborato in sordina un piano di pace per l’Ucraina. È stato il presidente americano ad annunciare il disegno, telefonando a Putin con una semplice affermazione, come riporta Repubblica: «Fammi risolvere la tua fottuta guerra». Il documento in 28 punti è stato fatto filtrare alla stampa e prevede importati cessioni alla Russia. Ancora una volta l’Europa e la stessa Ucraina si ritrovano escluse dai processi di pace.

Trump ha inviato a Kiev una delegazione per accertarsi cosa stia accadendo sul terreno e le eventuali necessità ucraine per la difesa. Dan Driscoll e i due generali Chris Donahue e Randy George discuteranno anche i punti del piano. Poi procederanno a Mosca per cercare di chiudere l’accordo.

I punti del trattato

Lo schema è molto simile a quello già approvato per Gaza. Questa volta invece di 20, i punti sono 28. Trump vorrebbe imporre a Zelensky la pace, senza lasciare “all’alleato” alcun margine di manovra, considerando anche il momento delicato in cui si trova il governo ucraino scosso dallo scandalo corruzione. Gli americani stanno usando contro Mosca contemporaneamente il bastone e la carota: prima autorizzando l’uso di missili Atacams in territorio russo e sanzionando il petrolio di Mosca, poi disegnando un accordo di pace con ampie concessioni a Putin.

Il presidente ucraino Zelensky incontra ad Ankara il presidente turco Erdogan

Come riporta Axios il piano sarebbe stato scritto con Turchia e Qatar, e sarebbe diviso in quattro pacchetti: pace in Ucraina, garanzie di sicurezza, stabilità dell’Europa e la relazione futura tra Mosca e Washington. L’amministrazione americana vorrebbe la cessione di tutto il Donbass alla Russia, mentre per gli oblast di Kherson e Zaporizhzia il confine rispecchierebbe l’attuale prima linea. Non è ancora chiaro se i nuovi confini sarebbero riconosciuti ufficialmente, o solo accettati de facto come per le Coree. Il secondo punto prevede la riduzione delle forze armate ucraine, dimezzandole, e limitazioni all’uso di determinate armi. Ancora da definire l’eventuale forza di pace chiamata a garantire il mantenimento dello status quo. Terzo e quarto punto riguardano l’accesso di Kiev nell’Ue e il riconoscimento da parte di Usa di Crimea e Donbass alla Russia e lo sviluppo di una collaborazione economica per lo sfruttamento delle risorse naturali.

Europa relegata a margine delle trattative
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Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri

L’Europa si vede così estromessa, ancora una volta, dai piani di pace. Trump vuole imporre il proprio progetto, curandosi più di recuperare il favore della propria base elettorale alienata dallo scandalo Epstein e dal possibile intervento militare in Venezuela. Sulla vicenda è intervenuta Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza: «Noi sosteniamo una pace che sia giusta e duratura ma a ogni piano, per funzionare, serve che l’Europa e l’Ucraina siano a bordo». Ha poi precisato di «non essere a conoscenza» di un coinvolgimento degli europei nel piano di pace.

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