Tensione tra Cina e Giappone: Pechino vieta i viaggi in Sol Levante

I rapporti tra Cina e Giappone negli ultimi anni hanno iniziato a deteriorarsi a causa soprattutto della questione delle isole artificiali nel mare Cinese Meridionale, visti da Tokyo come una forma di espansionismo. L’ultima stoccata a questo precario equilibrio è stata inferta dalla nuova prima ministra del Giappone, la nazionalista di destra Sana Takaichi. A inizio novembre parlando in parlamento Takaichi aveva detto che se la Cina dovesse invadere Taiwan il Giappone potrebbe rispondere militarmente all’attacco.

«Tagliategli la testa»

Alle parole della prima ministra giapponese ha risposto Xue Jian, il console generale cinese a Osaka, che in un post sui suoi social ha minacciato di «tagliare il collo» a chi osasse muoversi per l’«isola ribelle». Il governo giapponese ha poi convocato l’ambasciatore cinese, e Xue ha cancellato il post. Il dragone non si è fermato qui. Dapprima ha «sconsigliato» viaggi di piacere nel Paese rivale. In seguito ha diffuso un avviso sollecitando gli studenti cinesi che si trovano in Giappone o che pensano di trasferirsi per motivi di studio a valutare «con attenzione i rischi». Infine ha inviato in segno di provocazione alcune navi della propria guardia costiera al largo delle coste di alcune isole controllate dal Giappone ma rivendicate dalla Cina.

La prima ministra giapponese Sanae Takaichi
La diplomazia del guerriero lupo

Questo genere di dichiarazioni così violente fa parte di un fenomeno chiamato «diplomazia del guerriero lupo», uno stile comunicativo di moda con l’arrivo del presidente Xi Jinping e rispolverato per l’occasione. I diplomatici e funzionari cinesi usano i social media per aggredire in maniera volutamente esagerata i propri avversari del momento anche utilizzando un linguaggio che poco ha a che fare con le regole della diplomazia.

La questione di Taiwan

Dopo 50 anni di dominazione nipponica al termine della II Guerra Mondiale l’isola di Formosa, così era chiamata Taiwan, era tornata alla Cina, e il Kuomintang, il partito nazionalista cinese dominato da Chiang Kai-shek vi estese il regime di amministrazione militare. Questo fatto suscitò tensioni tra la popolazione locale e il governo centrale, che culminarono con il massacro del 28 febbraio 1947 in cui persero la vita tra le 18.000 e le 28.000 persone. Nel frattempo la Cina era in preda alla guerra civile totale, e nel giro di pochi anni la drammatica lotta tra il Kuomintang e il partito comunista giunse violentemente al termine. Nel 1948 e nel 1949 furono combattute tre violente battaglie in cui il Kuomintang venne sconfitto.

Isola_Taiwan
Isola di Taiwan

Il 1° ottobre 1949 Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese e Chiang Kai-shek fuggì a Taiwan. Nel frattempo i comunisti della Repubblica Popolare Cinese si proclamarono i successori della Repubblica di Cina su tutto il paese, dichiarando illegittimo il governo nazionalista taiwanese.

L’isola si trova a poco più di 1000 chilometri dal territorio giapponese, e controlla alcune rotte commerciali fondamentali per la sopravvivenza del Giappone. Per questo molti conservatori in Giappone hanno cominciato a parlare apertamente del fatto che «una crisi di Taiwan è una crisi del Giappone».

Marco Fedeli

Laurea Triennale in Lettere (Università degli Studi di Milano)

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