Fashion For Freedom: la moda simbolo della resilienza ucraina

La moda, si sa, è qualcosa di strettamente legato all’attualità. Non solo uno specchio dei tempi, ma un mezzo capace di raccontare storie, di accendere riflessioni, di mettere in movimento idee. Proprio questo ha dimostrato Fashion For Freedom MFW25, l’evento che a Milano ha trasformato la Fashion Week in una piattaforma di libertà, resilienza e impegno culturale.

L’evento

Non si è trattato di una semplice sfilata, ma di un vero e proprio movimento, nato dall’urgenza di raccontare chi vive nelle terre di conflitto, di sostenere la pace attraverso la bellezza e di promuovere una moda sostenibile ed etica. Per due giorni, designer emergenti, brand indipendenti e studenti di università ucraine e internazionali hanno dialogato attraverso le loro creazioni, intrecciando tradizioni, memorie e innovazioni.

Da Touch Me, nato dall’esperienza di una designer sfollata, che ha fatto del minimalismo un simbolo di resistenza femminile, a Vivy Age of Beauty Poltava, che ha raccontato con lino e simboli antichi l’armonia con la natura. KEKA Brand, che ha trasformato l’estetica Tudor in un manifesto politico contemporaneo, e ancora Gorsset, che ha celebrato la forza della donna ucraina con tecniche artigianali e sostenibilità. Ogni collezione portava con sé un messaggio di forza, identità e rinascita.

GenZ

Ma il cuore pulsante dell’evento sono stati gli studenti, i talenti delle nuove generazioni, coloro che il proprio futuro lo stanno scrivendo nella cornice di un conflitto che va avanti ormai da anni. I college di Odessa e Lviv hanno mostrato come il riciclo e l’upcycling possano rinnovare la tradizione sartoriale ucraina, dando vita a creazioni che parlano di memoria e futuro. Scarpe realizzate con materiali di recupero, ricami reinterpretati con un tocco contemporaneo, tutto questo ha acceso il dibattito sull’educazione come motore della diplomazia culturale.
Il Fashion For Freedom Education Summit ha offerto uno spazio di confronto internazionale, dove creativi, studenti e docenti hanno discusso di come la moda possa diventare uno strumento concreto di cambiamento e pace.

Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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