Italia, per ogni auto nuova immatricolata due sono usate. Solo il 4,2% del nuovo è Bev

Per ogni auto immatricolata ne sono state comprate due usate. Il dato, rilasciato da Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri), fa riferimento all’Italia nell’anno 2024 e conferma una tendenza: gli italiani sono più orientati all’acquisto di vetture di seconda mano. Una propensione che va avanti da dieci anni.

Questa tendenza fa sì che in Italia sei automobili su dieci abbiano otto anni o più. E l’età media di un’auto italiana, secondo l’European automobile manufactures’s association (Acea), è in aumento: 12 anni e otto mesi nel 2023, contro gli 11 anni del 2018.
Come fanalino di coda della Penisola troviamo la provincia di Barletta-Andria-Trani con l’80,4 di auto “vecchie”. Invece, tra le aree metropolitane le peggiori sono Catania (78,9%) e Napoli (77,7%).  Male anche le isole: oltre sette auto su dieci (75,5%) sono datate. A guidare la classifica, in senso positivo, troviamo la Toscana con tre delle sue province: Prato (53,3%), Firenze (56%) e Pisa (56,5%) hanno la quota più bassa di auto immatricolate almeno otto anni fa. E dopo il capoluogo Toscano c’è la città di metropolitana di Milano che registra un 56,6%.

Le difficoltà per l’adozione di veicoli elettrici

Nel 2024 solo il 4,2% delle auto nuove comprate sono Bev (Battery electric vehicle), percentuale in linea anche con il 2023.

Colonnine per la ricarica di auto elettriche

Uno dei maggiori ostacoli alla diffusione delle autovetture elettriche è indubbiamente la disponibilità di punti di ricarica. C’è da dire, però, che il Belpaese da questo punto di vista non è tutto uguale. In Basilicata si conta un punto ogni 32 chilometri quadrati, in Molise ogni 21, in Calabria quasi ogni 16. E l’effetto sulla diffusione delle Bev si vede: in nessuna delle tre regioni ci sono più di 3,3 auto elettriche ogni mille vetture.
Un’anomalia è il Trentino-Alto Adige: una colonnina ogni otto chilometri quadrati ma 11,9 Bev ogni mille auto. Ma nonostante l’alta concentrazione di colonnine, nel Sudtirol si è comunque registrata una diminuzione delle immatricolazioni di Bev nel 2024 (-16,96%). Dato negativo che interessa tutta l’Italia, come ad esempio Liguria (-24,66%), Piemonte (-3,28%), Molise (-8,33%), Basilicata (-4,12%), così come anche la Lombardia (-3,40%) che ha la densità più alta del Paese: 0,67 punti/ km².

Oltre a una maggiore capillarità territoriale delle colonnine elettriche, occorrerebbero migliori condizioni di mercato, prezzi, incentivi e benefici fiscali.

Gli effetti sull’inquinamento

La necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico, in particolare nelle aree urbane più congestionate, è una delle ragioni del provvedimento riguardante il blocco delle auto diesel Euro 5, approvato dal governo su indicazioni dell’Unione Europea. All’inizio prevista per il 1° ottobre 2025, l’entrata in vigore è stata rinviata di dodici mesi grazie al decreto Infrastrutturale che ha ricevuto l’approvazione delle commissioni della Camera Ambienti e Trasporti.

Nonostante l’età media del parco veicoli sia cresciuta negli anni, il potenziale inquinante complessivo tende, a sorpresa, a calare: 142,8 nel 2018 e 114,8 nel 2023. Ma questo miglioramento non avviene uniformemente nella Penisola: è arrivato a quota 138,2 nel Mezzogiorno, contro il 103,4 del Nord e il 108 del Centro.

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