
La “guerra commerciale” capitanata dal presidente americano Donald Trump sta mietendo le sue vittime. Dopo il crollo di Wall Street, ora sprofondano le Borse europee e asiatiche. E di fronte alla paura del collasso azionario, i Paesi di tutto il mondo si mostrano disposti a collaborare con la Casa Bianca con negoziati sui dazi.
Giornata nera per i mercati di tutto il mondo
La settimana si è aperta con un nuovo tonfo dei mercati mondiali dopo l’annuncio dei dazi e la risposta della Cina. E infatti la tempesta è partita proprio dall’Oriente. La Borsa di Hong Kong in particolare, ha registrato la seduta peggiore dalla crisi finanziaria del 1997 con -13,22%. Tokyo, invece, perde il 7,44%, mentre il crollo di Taiwan sfiora il 10% e registra così la peggiore perdita mai segnalata dal listino di Taipei. L’indice Shanghai Composite scivola del 7,34% e lo Shenzhen Component crolla del 10,79%. Il contraccolpo è arrivato subito anche in Europa e a Milano molti titoli non riuscivano ad aprire. In mattinata poi il Ftse Mib è precipitato del 7%, trascinato soprattutto dalle banche: Bper e Popolare di Sondrio registrano cali superiori al 12%, Monte dei Paschi perde l’11%, mentre Banco Bpm cede il il 9,4%. Parigi segna un -6,5% mentre Francoforte -9%. Registrano perdite più caute solo Londra (-5,5%) e Madrid (-4,7%).
La Commissione Europea a Lussemburgo
Di fronte al crollo delle Borse mondiali, l’Unione Europea risponde prontamente con il vertice dei ministri del Commercio Ue, in programma oggi lunedì 7 aprile, a Lussemburgo. Un incontro per decidere le possibili reazioni di fronte alle esportazioni, che hanno visto l’imposizione di un dazio del 20%, e tentare di ridurre gli effetti della guerra commerciale. La Commissione Europea si trova di fronte a una duplice scelta. Da una parte si mostra disponibile ad aprire negoziati con la Casa Bianca. Dall’altra è pronta a rispondere con contromisure se Trump non dovesse aprirsi a un dialogo. Data l’alta probabilità che il tycoon non accetti una riduzione dei dazi, durante il vertice verranno ufficializzate le tariffe di ritorsione e i prodotti americani colpiti. E dopo l’appuntamento di oggi, mercoledì 9 avverrà la prima azione ufficiale: l’entrata in vigore delle tariffe reciproche e il voto delle contromisure per rispondere al dazio del 25% su acciaio e alluminio, in vigore dal 12 marzo.

Cinquanta Paesi per la negoziazione
Non solo l’Unione Europea si è mossa per evitare il collasso totale del mercato azionario. Di fronte ai dazi generalizzati sulle importazioni, oltre 50 Paesi «hanno contattato il presidente per avviare una negoziazione». Ha detto Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, ad ABC News. Stati con un peso economico a livello globale, come India e Vietnam. Dalla Casa Bianca sono giunte visioni contrastanti: da una parte Trump sembrerebbe non disposto a ridurre i dazi, mentre secondo dichiarazioni di altri collaboratori potrebbe avviare negoziati. Il Regno Unito, riporta il Washington Post, è in trattativa con Trump per ridurre sia i dazi del 10% imposti sia per ridurre le aliquote fiscali per le aziende americane presenti sul territorio inglese. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, invece, si mostra speranzoso per l’incontro che terrà oggi con il tycoon. Auspicando di allentare i dazi del 17% imposti sulle importazioni israeliane.