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Germania: superato il freno al debito, approvati investimenti per la difesa

Attraverso una riforma costituzionale approvata dal Parlamento ormai in dimissione, la Germania ha abbandonato il cosiddetto “freno al debito”. Questa misura permetterà al Paese di avviare investimenti nelle infrastrutture e nella difesa così da adeguarsi al piano di riarmo europeo.

Un pacchetto di tre riforme

Con 513 voti favorevoli e 207 contrari (solo 7 gli astenuti), il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha approvato alcune modifiche costituzionali che comportano una significativa riforma, riassumibile in tre punti.

Il primo punto è il superamento del cosiddetto “freno del debito”, che autorizza il Paese a indebitarsi per investire in difesa e infrastrutture. La Germania potrà quindi infrangere il tetto del debito (fissato all’1%) e indebitarsi in misura potenzialmente illimitata per la spesa militare, così da allinearsi alle richieste dell’Unione Europea. Unico vincolo sarà allora quello dei finanziatori effettivamente che la Germania riuscirà reperire sul mercato.

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Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, leader della Cdu

Il via libera per questa misura è stato raggiunto dal cancelliere Friedrich Merz dopo un paziente lavoro di strategia politica. Se infatti il principale alleato della sua Cdu, vincitrice delle elezioni, ovvero l’Spd, era favorevole all’innalzamento delle spese per la difesa, non si può dire altrettanto del terzo partito al governo, i Verdi, che hanno approvato la riforma solo dopo aver posto delle condizioni.

Una di queste è contenuta nella seconda misura del pacchetto, che ha disposto la creazione di un fondo per le infrastrutture del valore di 500 miliardi, ripartiti in 12 anni, di cui almeno 100 dedicati alla transizione verde.

Infine, la terza misura è ancora volta alla creazione di debito, ma a livello regionale e non federale. La nuova riforma permetterà ai singoli Lander (gli Stati che compongono la Germania federale) di fare un deficit dello 0,35%. Una cifra ridotta, ma che rappresenta un ulteriore potenziamento dello storico federalismo tedesco, realtà consolidata e ben diversa dall’autonomia regionale concessa (o rivendicata) in altri Paesi europei.

Nuova legge, vecchio Parlamento

Il pacchetto di misure è storico per almeno due motivi. Il primo è l’abbandono della politica economica tradizionalmente austera dei governi teutonici. Il secondo è il ruoloche la Germania potrebbe ora avere nel piano di difesa europea. Ma l’approvazione si è fatta notare anche per una procedura formale che ha fatto discutere.

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Alice Weidel e il suo partito AfD si sono schierati contro la riforma costituzionale

A votare le misure, con le proporzioni indicate sopra, non è stato il Bundestag eletto con la chiamata alle urne dello scorso febbraio, ma quello precedente. Il motivo è presto detto: per procedere a una modifica della Costituzione occorrono i sì dei due terzi dei Parlamento. Una cifra che la nuova composizione rischiava di non raggiungere, per la prevedibile opposizione dell’estrema destra (l’AfD di Alice Weidel) e del partito di sinistra Linke, contrario ad aumentare la spesa militare.

Per aggirare il problema, Merz ha riconvocato il Parlamento ormai in dimissione. Una mossa che ad alcuni è parsa una sorta di “colpo di Stato”, ma che la Corte Costituzionale ha giudicato legittima. In risposta ai ricorsi presentati da AfD e Linke, l’organo ha decretato che il vecchio Parlamento, in carica fino al 25 marzo, ha tutto il diritto di continuare la sua attività fino a quella data. Perché l’iter del provvedimento si completi manca ora soltanto l’approvazione del Senato federale, che si riunirà venerdì 21 marzo. Dal Bundesrat, però, non sono previste sorprese.

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