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Giallo Gene Hackman, una telefonata sposta la data del decesso della moglie

Gene Hakcman e la moglie Betsy Arakawa

Nuova svolta sul caso Gene Hackman: secondo le indagini, Betsy Arakawa avrebbe chiamato un ambulatorio il giorno dopo rispetto alla data del decesso stabilita dall’autopsia. A quasi un mese dal ritrovamento dei corpi del divo de Il braccio violento della legge e della moglie, restano da chiarire molti aspetti di una vicenda tanto misteriosa quanto intricata. Rimane centrale la questione del testamento, che l’attore aveva destinato unicamente alla moglie, escludendo i tre figli.

Il dettaglio del cellulare

Secondo le autorità, la mattina del 12 febbraio Arakawa avrebbe effettuato tre chiamate all’ambulatorio medico Cloudberry Health. Emerge anche una conversazione con il direttore della clinica Josiah Child: «Ha descritto una certa congestione, ma non ha menzionato alcuna difficoltà respiratoria, mancanza di respiro o dolore al petto», ha spiegato il dottore alla Bbc. La donna aveva in precedenza fissato un appuntamento per il 12 febbraio, disdicendolo il 10 spiegando che doveva assistere il marito. Poi una nuova chiamata la mattina del 12 per chiedere aiuto e l’indicazione da parte della clinica di recarsi lì nel pomeriggio. Una visita a cui la donna non si è mai presentata, alla quale sono seguite chiamate della clinica senza risposta.

La questione eredità

Questo recente colpo di scena gioca ora un ruolo importante nella questione dell’eredità lasciata dall’attore, un patrimonio di 80 miliardi di dollari. Se la moglie è morta prima di lui, i diretti interessati sarebbero i figli, avuti dalla prima moglie Fay Maltese, pur essendo esclusi dal testamento aggiornato al 2005. Arakawa aveva stabilito nel proprio testamento di voler lasciare i suoi beni ad Hackman, ma in caso lei e il marito fossero morti a 90 giorni di distanza l’uno dall’altro il tutto sarebbe stato distribuito in beneficenza.

Il no alla pubblicazione di materiale grafico disturbante

Recente anche la richiesta della tutela della privacy per le immagini forti risalenti al ritrovamento della coppia deceduta. La rappresentante per il patrimonio dei due coniugi, Julia Peters, ha chiesto la tutela della privacy appellandosi al 14esimo emendamento della Costituzione americana, negando così la divulgazione di foto e video «scioccanti» delle indagini. La legge del New Mexico limita l’accesso al pubblico a prove sensibili, come foto dalle scene del crimine o autopsie. Tuttavia, i documenti delle indagini sono considerati pubblici. L’obiettivo, quindi, è filtrare le informazioni e garantire trasparenza governativa.

Giulia Spini

Laureata in Interpretariato, penso in inglese e in spagnolo ma parlo italiano. Appassionata di tutto ciò che riguarda la settima arte. Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come giornalista di spettacolo.

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