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SVEZIA E NORVEGIA, TORNA IL CONTANTE: TIMORE DI CYBER ATTACCHI RUSSI

I contanti non sono morti, né prossimo alla dipartita. Se la digitalizzazione dei pagamenti sembrava l’opzione più probabile, pressoché certa, per il futuro, gli scenari di insicurezza globale hanno portato a ripensare l’importanza del denaro di carta. Protagoniste del dietrofront Svezia e Norvegia, pioniere della transizione verso una società “cashless”, che hanno fatto un passo indietro di fronte ai possibili cyberattacchi russi e alla vulnerabilità di un sistema che si basa completamente su tecnologie digitali.

La società senza contanti

Per ricostruire questa storia bisogna tornare al 2018, quando i governi svedese e norvegese si erano imposti un tempo massimo di sette anni per eliminare l’uso dei contanti. Un traguardo quasi raggiunto da entrambi i Paesi, soprattutto grazie ad alcuni vantaggi intrinseci. Innanzitutto una copertura Internet ad alta velocità che favorisce l’e-banking, gli alti tassi di alfabetizzazione digitale e la crescita delle fintech. Oggi in Svezia, riporta il Guardian, solo un acquisto su dieci viene effettuato in contanti e vengono prediletti i pagamenti cashless. Usando soprattutto il sistema svedese Swish, lanciato nel 2012 da sei banche e poi dilagato in tutto il Paese. Discorso analogo per la Norvegia, in cui circa il 95% della popolazione utilizza Vipps MobilePay, un’applicazione di pagamento mobile.

Il passo indietro

Il piano per creare la «società senza contanti» ha funzionato fino al 2022, ma si è interrotto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin. Una guerra che ha portato Stoccolma e Oslo a rivedere le loro strategie di difesa. In primis, la Svezia ha agito con l’adesione alla Nato, l’avvio di una forza di servizio nazionale e la promozione di azioni per contrastare la disinformazione russa. Parallelamente la Norvegia si è mossa per rafforzare i controlli al confine con la Russia. A ciò, però, si è aggiunto il timore più grande: gli attacchi informatici che potrebbero paralizzare interi sistemi di pagamento. Da qui il successivo cambio di rotta.

I timori di Svezia e Norvegia di possibili cyberattacchi russi
«Accettare i contanti»

Per promuovere l’uso dei contanti, il governo svedese ha deciso di inviare in ogni casa un opuscolo intitolato “If Crisis or War Comes” (Se arriva la crisi o la guerra), il cui motto principale è «Se puoi pagare in diversi modi, rafforzi la tua sicurezza». Tra i suggerimenti si legge: «Si consiglia di usare regolarmente denaro contante». E in questa direzione il governo ha avanzato una legge per proteggere i pagamenti in contanti, visto soprattutto il dilagare di negozi e ristoranti svedesi che accettano solo carte di credito. Tale condizione, se la legge verrà approvata, potrà essere mantenuta a patto che vengano esposti avvisi sulla restrizione dei metodi di pagamento. Allo stesso modo si sta muovendo la Norvegia. Tramite una legge in vigore dal 1° ottobre, il governo ha deciso di multare i rivenditori che accettano solo pagamenti cashless. «Se nessuno accetta i contanti – dichiara l’ex ministro della giustizia e delle emergenze norvegese Emilie Mehl – questi non saranno più una vera soluzione in caso di crisi o instabilità globale».

No all’esclusione sociale

Oltre alla sicurezza nazionale, Svezia e Norvegia stanno reintroducendo l’uso dei contanti anche per una ragione di inclusione sociale. Offrendo solo pagamenti cashless una parte della popolazione, circa 600 mila persone per ciascuno dei due Paesi, non ha accesso ai servizi digitali. Anziani, coloro che vivono in zone rurali o che non hanno i mezzi tecnologici adeguati rischiano di restare emarginati in un sistema che non prevede alternative ai pagamenti elettronici. Con le leggi sulla reintroduzione dei contanti entrambi gli Stati mirano a garantire a tutti la possibilità di effettuare pagamenti.

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