
TikTok sarà reso inaccessibile in Albania per tutto il 2025. La decisione è stata presa dal primo ministro Edi Rama, dopo casi di violenza tra giovani nati proprio sul social, e segna il primo divieto ufficiale tra i paesi europei.
TikTok complice della violenza tra i giovani
Lo stop della piattaforma era stato annunciato dall’Autorità albanese per le comunicazioni elettroniche e postali in una nota pubblica con le misure da applicare. Secondo le indicazioni, i fornitori di servizi Internet dovrebbero bloccare l’accesso ai server dell’app, mentre gli operatori dovrebbero renderla inaccessibili da più di 200 domini web. Il blocco è stato deciso dopo l’ultimo caso di aggressione giovanile. La discussione, nata sul social tra due quattordicenni, è poi sfociata in una rissa in cui uno dei due ragazzi è stato ucciso, mentre l’altro ferito. Il quarto episodio di morte giovanile nel Paese a causa di una faida tra coetanei. Secondo Rama il colpevole della diffusione di tale violenza sarebbe da attribuire a TikTok, in quanto diffonde contenuti violenti. In particolare ha sottolineato che «la versione occidentale dell’app è meno controllata rispetto alla versione cinese, Douyin».
Le reazioni
I partiti di opposizione hanno criticato tale blocco, intimoriti dalle possibili ripercussioni che il ban potrebbe avere sulle prossime elezioni parlamentari di maggio. Tra le accuse mosse, infatti, il governo riterrebbe TikTok colpevole anche di manipolare il voto elettorale con una raccolta impropria di dati. A fronte di ciò, l’opposizione ha annunciato una manifestazione domani, sabato 15 marzo, nel centro di Tirana. E il blocco ha suscitato anche la reazione di ByteDance, società cinese proprietaria di TikTok, secondo cui l’aggressione non sarebbe scaturita sull’app in quanto i due ragazzi non avevano un account.

I divieti nel resto del mondo
Il blocco è il secondo caso per l’Europa: TikTok era già stato vietato nel territorio della Nuova Caledonia in Francia per aver «diffuso disordini insurrezionali all’ordine pubblico». Nel resto del mondo, però, l’app ha subito varie restrizioni. Il caso più recente è avvenuto negli Stati Uniti, dove a gennaio TikTok è stato vietato temporaneamente, per circa 12 ore, e poi tornato disponibile. Nonostante ciò, resta un punto centrale nella politica di Donald Trump per il tema della sicurezza dei dati e l’influenza cinese nell’ambito digitale. In Oriente TikTok è stato bandito in India, Iran, Pakistan e Giordania sia per i rischi sulla sicurezza dei dati personali sia per le conseguenze negative che l’uso della piattaforma può avere. Recentemente l’app è stata proibita anche in Nepal, in quanto «incoraggia la diffusione di messaggi d’odio» e avrebbe portato a oltre mille crimini informatici.
Non blocchi, ma restrizioni
Tali misure sono state introdotte in quanto la piattaforma comporterebbe problemi legati all’integrità dei dati personali. In particolare, la legislazione di Pechino potrebbe consentire al governo centrale l’accesso alle informazioni privati dei singoli utenti. In altri Paesi TikTok non è vietato, ma il suo utilizzo è limitato ad alcune categorie. Nel 2022 gli Stati Uniti avevano imposto il divieto dell’app sui dispositivi di proprietà del Congresso e dei suoi membri. Misura attuata da un anno anche dalle istituzioni europee, in primis dalla Commissione, poi dal Consiglio e dal Parlamento. Le restrizioni si sono poi allargate in ambito politico in Francia, Belgio, Regno Unito e Danimarca, ma anche in Australia, Canada, Nuova Zelanda. In Italia è stata avanzata l’ipotesi di bloccare TikTok, ma poi il governo ha ritenuto fondamentale «approfondire il tema e capire se effettivamente esistono dei rischi legati alla sicurezza degli utenti».