
Inter e Milan hanno presentato un’offerta ufficiale per l’acquisto dello stadio San Siro. Un passo storico che potrebbe garantire un futuro rinnovato alla Scala del Calcio, ma che lascia ancora molte incognite. Il destino dell’impianto è infatti legato a una serie di scadenze burocratiche, valutazioni economiche e possibili interventi di demolizione.
L’offerta di acquisto
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, la proposta di acquisto è stata formalmente consegnata al Comune di Milano, con l’obiettivo di rilevare la proprietà dello stadio. Dopo mesi di valutazioni, Inter e Milan hanno scelto di puntare su San Siro, rinunciando (almeno per ora) alla costruzione di nuovi impianti separati.
Il dossier è ora nelle mani dell’amministrazione comunale, che dovrà esaminare la proposta economica e stabilire se accettarla o meno. L’iniziativa dei club è nata dalla volontà di mantenere la storia e l’identità calcistica della città, senza dover rinunciare agli investimenti per modernizzare lo stadio.
Le scadenze: luglio 2025
Secondo Calcio e Finanza, il prossimo step prevede che entro marzo 2025 venga pubblicato l’avviso per la gara pubblica. In seguito, il Comune di Milano dovrà aggiornare il piano preliminare e consegnare il progetto esecutivo.
Superata questa fase, verrà avviata la conferenza dei servizi, fondamentale per concludere la fase burocratica e permettere a Inter e Milan di formalizzare l’acquisto dello stadio e delle aree adiacenti.
La formalizzazione dovrà avvenire entro luglio 2025 perché, a partire dal prossimo autunno, sul secondo anello di San Siro sarà applicato un vincolo della Soprintendenza per i Beni Culturali, che impedirà abbattimenti o interventi invasivi. Questo vincolo scatterà automaticamente dopo 70 anni dalla costruzione dello stadio.
Nel caso tutto andasse secondi i piani, i lavori per la realizzazione del nuovo stadio potrebbero iniziare nel 2027, ma solo dopo le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026: «I club inizieranno a fare un nuovo stadio accanto al Meazza. Ci vorrà qualche anno e quando sarà pronto rigenereranno il vecchio San Siro, che secondo me è destinato a vivere come lo conosciamo fino al 2030», ha chiarito il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
SAN SIRO – Sala: “Sullo stadio sono fiducioso ma serve procedere” https://t.co/jWZ7yCvB8x
— Antonio Petrazzuolo (@apetrazzuolo) March 11, 2025
Caratteristiche del nuovo stadio
Il nuovo impianto, sempre secondo La Gazzetta dello Sport, avrà una capienza di 71.500 spettatori. Di questi, circa 13.000 posti saranno destinati a corporate e hospitality. L’area intorno al nuovo stadio includerà: 55.000 metri quadrati di verde, 72.000 parcheggi sotterranei, le sedi di Inter e Milan, un albergo, spazi commerciali e parchi per 280.000 metri quadrati.
L’obiettivo delle due squadre è aumentare i ricavi da stadio fino a 130 milioni di euro a stagione, avvicinandosi ai modelli di business degli impianti di Premier League e Liga. Se i tempi saranno rispettati, la prima partita ufficiale nel nuovo impianto potrebbe essere disputata nell’agosto 2030, all’inizio della stagione 2030-31.
I costi per la demolizione di San Siro
Uno dei temi più dibattuti riguarda la possibilità di demolire San Siro in caso di mancato accordo per la cessione. Secondo La Gazzetta dello Sport (7 marzo 2025), l’abbattimento dell’impianto potrebbe costare tra i 50 e i 70 milioni di euro.
Oltre ai costi, si prevedono tempi lunghi e complicazioni logistiche: la demolizione completa potrebbe richiedere fino a due anni, con impatti significativi sulla viabilità e sulla qualità della vita nel quartiere. Inoltre, alcuni esperti avvertono sui rischi ambientali legati alla rimozione dei materiali edili, che potrebbero avere conseguenze sulla zona circostante.
Secondo La Gazzetta dello Sport, il 75-80% dell’attuale stadio Meazza sarà demolito. L’operazione costerà circa 80 milioni di euro e sarà realizzata senza esplosivi: il processo partirà dal tetto e procederà a scendere, con la rimozione graduale del terzo anello, poi del secondo e infine del primo. I lavori richiederanno dai due ai quattro mesi e una parte dell’attuale struttura (l’angolo Sud-Est con parte della tribuna arancio e della curva Sud) resterà, trasformandosi in un anfiteatro per eventi e attività.
Scaroni: «Passaggio importante, ma nulla è scontato»
Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha commentato la decisione all’Ansa, sottolineando la determinazione dei due club nel portare avanti il progetto. «È un passaggio importante, ma è il primo di un percorso in cui nulla è dato per scontato. Ciò che è certa è la volontà e la determinazione dei due club in questa direzione, in cui per il Milan è stata fondamentale la visione strategica e l’impegno concreto di RedBird, che sugli stadi ha una esperienza di profilo internazionale».
Scaroni ha poi parlato delle caratteristiche del futuro stadio, che dovrà essere all’altezza delle grandi arene europee. «Sarà uno stadio bellissimo. Moderno, sostenibile ma anche sicuro e accessibile, ideale per tutti, famiglie e bambini, per un tifo davvero sano contro ogni criminalità e violenza. Un progetto verde e innovativo a beneficio della città e della cittadinanza».
Marotta: «Atto importante per i club e per la città»
Anche il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha espresso il proprio punto di vista ai microfoni di Sky Sport, ribadendo l’importanza dell’accordo per il futuro dello sport a Milano. «Dovevano essere definiti alcuni cavilli legali tra le due società, niente di preoccupante. Abbiamo presentato la proposta, un atto molto importante per Inter e Milan, i due club così contribuiranno allo sviluppo della città. Ci sarà uno stadio nuovo, che rispetterà il target degli stadi moderni».
Marotta ha poi evidenziato il ritardo degli impianti italiani rispetto agli standard internazionali e la necessità di un’accelerazione. «Sugli impianti abbiamo ancora un gap con gli altri club europei. Cerchiamo noi oggi da Milano di dare il via a un input che riguarda parecchi club di Serie A. Il Governo ha promesso che a breve nominerà un commissario ad hoc, per cui io sono da dirigente e uomo di calcio fiducioso che finalmente si possa avviare un percorso importante per il movimento calcistico italiano».

L’opposizione del quartiere
Secondo Il Giorno, l’Associazione Gruppo Verde San Siro – rappresentante di alcuni residenti del quartiere -, ha annunciato l’intenzione di opporsi al progetto attraverso ricorsi al TAR e alla Corte dei Conti.
«Ci opporremo con ricorsi», afferma la portavoce Silvana Gabusi, elencando le criticità del progetto: «Alla svendita dell’area, dove si prevede uno stadio e un centro commerciale di 70mila mq, assente in altre città europee; alla speculazione edilizia delle squadre, che vogliono realizzare anche strutture di intrattenimento; alla costruzione dello stadio a soli 50 metri dalle case di via Tesio; ai 72mila mq di parcheggi sotterranei, come se le auto volassero; all’uso combinato di stadio e centro commerciale per tutto l’anno, aggravando il traffico».
L’associazione spera che Milan e Inter abbandonino il progetto e propongono, in alternativa, un bando per trasformare il Meazza in un palazzetto dello sport, con riqualificazione dell’area e rimozione dei parcheggi.