Femminicidio: approvato il ddl sulle spoglie delle vittime

Il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge proposto dalla senatrice della Lega, Giulia Bongiorno, che impedisce all’imputato dell’omicidio della vittima di femminicidio di decidere sulla sorte delle spoglie mortali. Il testo mira a non permettere che, attraverso inumazione o cremazione della vittima, l’accusato possa contribuire alla distruzione di una prova che potrebbe rivelarsi utile ai fini investigativi.

L’obiettivo del testo

Come anticipato, il ddl mira a non permettere all’imputato di poter distruggere una prova, utile ai fini investigativi, attraverso l’inumazione o la cremazione delle spoglie della vittima “dall’iscrizione nel registro degli indagati e fino al passaggio in giudicato della sentenza di assoluzione”.

In caso di condanna dell’accusato, il divieto di esercitare qualsiasi diritto e facoltà sulle spoglie muta e diviene una pena accessoria.

Non solo femminicidio

La disposizione del ddl viene applicata anche a reati diversi dal femminicidio. Maltrattamenti in famiglia da cui deriva la morte della persona offesa, omicidio doloso, infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale, omicidio del consenziente, istigazione al suicidio, omicidio preterintenzionale e abbandono di persone minori o incapaci che portano, in un secondo momento, alla morte del soggetto abbandonato.

La soddisfazione di Giulia Bongiorno
La senatrice della Lega, Giulia Bongiorno

«Esprimo soddisfazione per l’approvazione in prima lettura del mio ddl contro l’inquinamento delle prove in caso di femminicidio. Spesso l’autore di un delitto può sfruttare le norme esistenti per far cremare il corpo della sua vittima. In questo modo, però, si disperdono prove essenziali, perché anche a distanza di anni si possono fare accertamenti sui cadaveri» ha dichiarato in una nota la senatrice della Lega, promotrice del ddl, Giulia Bongiorno.

Bongiorno ha concluso: «Intollerabile che il soggetto iscritto nelle notizie di reato abbia quindi la possibilità di far scomparire tracce presenti sul corpo della donna avvalendosi dei diritti in materia di disposizione delle spoglie. Con questa legge, grazie alla Lega, diciamo stop all’inquinamento delle prove».

Glenda Veronica Matrecano

Classe 2000. Milanese. Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all'Università IULM. "Curiosa, solare e tenace", così mi descrive chi mi conosce. Mi appassionano, soprattutto, la cronaca e l'attualità ma anche tutte quelle tematiche che sono in grado di accendere il dibattito pubblico. Tra le tante, ho un'aspirazione che supera le altre: diventare giornalista televisiva.

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