
Paura, tensione e un condominio in ostaggio. Sono questi gli elementi della vicenda che ha visto protagonista Samardo Samuels, ex stella del basket con un passato nell’NBA e nell’Olimpia Milano. Il 36enne giamaicano è stato arrestato nella serata di sabato a Milano con l’accusa di atti persecutori e violazione di un divieto di avvicinamento nei confronti dei suoi vicini di casa. Una storia che ha tenuto in apprensione i residenti di un palazzo in via Valtellina, ormai esasperati dalla condotta dell’ex cestista.
Un condominio in ostaggio della paura
Da mesi, i residenti dello stabile denunciavano comportamenti inquietanti da parte di Samuels. Secondo quanto riportato, l’ex atleta era solito aggirarsi per le aree comuni in mutande, parlando da solo e dando testate ai muri. Ma non solo. Gli inquilini hanno raccontato di aver vissuto momenti di terrore a causa delle sue continue minacce e del comportamento aggressivo del suo cane corso, che veniva lasciato libero senza museruola.
«Lui sta spesso in cortile a bere alcolici e ad ascoltare musica ad alto volume, con il cane che scorrazza libero. I nostri figli hanno paura, non vogliono più uscire di casa», ha raccontato una donna residente nel palazzo. Un altro inquilino ha aggiunto: «Abbiamo provato a parlarci, ma è impossibile. Urla, si agita, dice cose senza senso. È fuori controllo».
La situazione era già stata segnalata più volte alle autorità, tanto che lo scorso 13 febbraio era stato emesso nei confronti di Samuels un divieto di avvicinamento a una delle famiglie del condominio. Un provvedimento che, tuttavia, non ha impedito all’ex giocatore di tornare nello stabile.
L’arresto di Samuels
Sabato sera la tensione si è nuovamente alzata. Secondo la ricostruzione dei fatti, Samuels è stato trovato nel cortile del palazzo mentre beveva alcolici e ascoltava musica a tutto volume. Il suo cane, senza guinzaglio né museruola, si aggirava liberamente. Spaventati, alcuni residenti si sono chiusi nel seminterrato e hanno allertato le forze dell’ordine.
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All’arrivo dei carabinieri, l’ex cestista avrebbe reagito in modo veemente, urlando in inglese: «Sono un campione, non un criminale!». Ma i militari, dopo aver verificato che si trovava nei pressi dell’abitazione della famiglia che lo aveva denunciato, lo hanno arrestato per la violazione del divieto di avvicinamento e per atti persecutori. «Abbiamo temuto il peggio. Non si poteva più andare avanti così», ha dichiarato un altro condomino, sottolineando il clima di terrore vissuto dai residenti.
La decisione del giudice
Dopo l’arresto, Samuels è stato condotto davanti al giudice per l’udienza di convalida. Nonostante la gravità della situazione, il magistrato ha deciso di non applicare alcuna misura cautelare, rimettendolo in libertà in attesa della prossima udienza, fissata per il 23 aprile.
La decisione ha scatenato la rabbia e la preoccupazione degli inquilini. «E adesso chi lo dice a mia figlia che quell’uomo tornerà? Ieri era felice, oggi sarà terrorizzata», ha dichiarato una madre, ancora sotto shock per l’accaduto. Un altro residente ha espresso la sua frustrazione: «Abbiamo chiamato la polizia più volte, abbiamo denunciato la situazione, e ora? Ce lo rimandano qui senza alcuna protezione per noi?».
L’avvocato di Samuels, Valentina Di Maro, ha cercato di gettare acqua sul fuoco: «Il mio assistito sta attraversando un periodo difficile, ma siamo disponibili a trovare una soluzione condivisa con i condomini per risolvere questa situazione».
Nel frattempo, alcuni condomini hanno deciso di trasferirsi temporaneamente altrove, mentre altri cercano di evitare il più possibile le aree comuni del palazzo.