SPAGNA, PADRE IMPEDISCE L’EUTANASIA ALLA FIGLIA: IL PROCESSO AL TRIBUNALE DI BARCELLONA

Voleva una morte dignitosa, ma il padre bloccò il procedimento all’eutanasia. È la storia di Noelia, 24enne diventata paraplegica nell’ottobre 2022 a causa di una lesione al midollo avuta dopo un tentativo di suicidio. A seguito della contestazione del genitore, in questi giorni a Barcellona si stanno tenendo le udienze finali del primo processo sul tema del fine vita, legalizzato in Spagna dal 2021.

Una condizione non migliorabile

La paralisi alle gambe portò Noelia a voler procedere all’eutanasia. Facendo richiesta ad aprile scorso, dopo qualche mese ottenne l’approvazione a procedere alla pratica da parte della Commissione di Garanzia e Valutazione della Catalogna. L’eutanasia, infatti, in Spagna è legalizzata dal 25 giugno 2021. In due anni, secondo gli ultimi dati disponibili, circa 680 persone hanno fatto ricorso al suicidio assistito. Dopo aver indagato sulla situazione di Noelia, l’organo competente aveva constatato che la 24enne si trovava in una situazione clinica «irrecuperabile» e coscientemente «manifestava ragionevolmente la sua volontà». Il quadro, infatti, provocava a Noelia «grave dipendenza, dolore e sofferenza cronica e invalidante». Il procedimento era stato fissato per il 2 agosto, ma fu bloccato dal padre, il quale si oppose legalmente all’Alta Corte di Giustizia.

L’opposizione del padre

Secondo il padre, Noelia non potrebbe decidere autonomamente in quanto si troverebbe in uno «stato mentale alterato», che ha compromesso «la sua capacità di prendere una decisione libera e consapevole». Per impedire l’eutanasia della figlia, quindi, ha presentato un ricorso amministrativo contro la decisione della Commissione, avvalendosi dell’associazione ultracattolica Abogados Cristianos. Gruppo di avvocati e magistrati nato nel 2021 con lo scopo di impedire l’aborto e il suicidio assistito in difesa della vita. Scrivendo una lettera al tribunale, il padre ha sostenuto che Noelia soffa di un disturbo borderline della personalità e di disturbo ossessivo-compulsivo. E la figlia, ha spiegato il padre, non solo avrebbe tentato varie volte il suicidio, ma avrebbe testimoniato per iscritto la sua volontà di non procedere all’eutanasia.

Generalitat de Catalunya a Barcellona
In aula

Martedì 4 marzo è iniziato il processo, a porte chiuse per garantire la privacy delle parti. Secondo fonti citate da El Pais, Noelia avrebbe confermato la volontà di procedere con l’eutanasia. Inoltre, i genitori avrebbero organizzato incontri con specialisti per farle cambiare idea, avvalendosi di «croci, rosari e immagini di santi». La Generalitat de Catalunya, invece, ha portato in aula sette medici ed esperti forensi, i quali hanno concordato che Noelia sia consapevole della sua richiesta. Affermando che «non soffre di alcun disturbo mentale e la sua condizione fisica non può migliorare». Per la sentenza si dovrà aspettare ancora qualche giorno. Nel caso in cui il tribunale desse ragione alla Commissione, il padre di Noelia potrebbe ricorrere al Tribunale superiore di giustizia della Catalogna.

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