
Il 7 marzo 1985, esattamente 40 anni fa, uscì We Are The World, la canzone che voleva combattere la fame in Africa. Prodotta da Columbia Records, il singolo fu registrato da alcuni tra i più grandi artisti del tempo. Guidati da Lionel Richie, Michael Jackson, Harry Belafonte e Quincy Jones, 46 cantanti si riunirono nella “USA for Africa”, ovvero United Support of Artists for Africa. L’obiettivo di Quincy Jones era quello di raccogliere fondi per aiutare la popolazione etiope a combattere la carestia che si stava abbattendo sul loro paese.

Gli artisti uniti
Il 28 gennaio 1985 così i cantanti si chiusero in una sala registrazione. In una sola notte il singolo fu ultimato. Molti cantanti la sera precedente avevano partecipato agli American Music Awards ed erano esausti dall’evento, ma accettarono lo stesso di aderire in nome della nobile causa. Presero parte, tra gli altri, Stevie Wonder, Tina Turner, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Ray Charles, Diana Ross, Billy Joel, Cyndi Lauper, Dionne Warwick, Paul Simon, Willie Nelson, Bette Midler, Steve Perry, Kenny Rogers. “Lasciate l’ego fuori dalla porta” disse Jones a tutti prima di cominciare. Voleva che tutti lasciassero da parte le proprie rivalità e collaborassero per creare qualcosa che restasse nella storia. E funzionò. I cantanti cooperarono in uno dei brani più iconici della storia: Stevie Wonder aiutò Bob Dylan a trovare il giusto tono, e tutti tranquillizzarono Cyndi Lauper che era inizialmente preoccupata che il suo stile vocale potesse rovinare il brano, quando invece il suo passaggio è diventato uno dei più famosi. We Are The World vendette oltre 20 milioni di copie e rientra tra i singoli più venduti di tutti i tempi. Gli incassi benefici furono di oltre 80 miliardi di dollari e furono donati all’associazione USA for Africa Foundation. All’epoca furono mosse delle critiche all’associazione dei cantanti poiché si sosteneva che i ricavati andassero ai governi, spesso retti da militari, piuttosto che alla popolazione. Nonostante ciò, We Are The World fu un successo.
L’idea di Bob Geldof
L’idea di sostenere l’Africa sfruttando la musica non era nuova: già nel 1984 il cantante irlandese Bob Geldof fu colpito da un reportage della BBC sulla carestia in Etiopia e decise di produrre un disco i cui ricavati sarebbero andati proprio in sostegno della popolazione africana. Coinvolse così lo scozzese Midge Ure. L’idea suscitò un grande interesse da parte dei media e in breve tempo ottenne la collaborazione di numerosi artisti. Nacque così la “Band Aid” che produsse Do They Know It’s Christmas contro la carestia nel Corno d’Africa. Il brano, prodotto inizialmente per il periodo natalizio, segnò la storia e conquistò le classifiche di mezzo mondo.
Altre iniziative benefiche
We are the world venne poi riprodotta. In occasione del suo 25esimo anniversario, nel 2010, venne registrata We Are the World 25 for Haiti, una cover a cui parteciparono 85 artisti di fama internazionale che diedero al brano un taglio molto più pop rispetto all’originale. Anche in questo caso lo scopo era benefico: i proventi sono stati donati alla popolazione colpita quell’anno dal terremoto di Haiti. L’iniziativa venne poi ripetuta anche in Italia. Nel 2009 infatti, 56 fra i più popolari cantanti e musicisti italiani del periodo si riunirono sotto il nome di “Artisti Uniti per l’Abruzzo” e diedero vita al singolo Domani, a sostegno della popolazione abruzzese che quell’anno era stata colpita dal terremoto de L’Aquila.