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Una vita in difesa della natura e degli animali. Così viene ricordato Fulco Pratesi, il fondatore del WWF Italia che è morto il 1° marzo dopo un ricovero di 10 giorni a Roma. Tra le sue qualifiche si annoverano anche quelle di architetto, giornalista, autore, disegnatore, oltre che parlamentare dal 1995 al 1997 con i Verdi.
L’INCONTRO CON L’ORSA
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Fulco Pratesi, classe 1934, sposato e con 4 figli, è stato da sempre a contatto con la natura, anche se all’inizio l’interesse era per la caccia, più che per la difesa degli animali. Ma questa prima infatuazione giovanile è stata spazzata via da un incontro definito dallo stesso Pratesi «folgorante». Era il 1963 quando in Turchia, nelle foreste dell’Anatolia per una battuta di caccia, un Pratesi 28enne si è trovato davanti un’orsa con i suoi tre cuccioli. «La visione inaspettata e magnifica della silenziosa e determinata famigliola, scatenò in me una reazione immediata e salvifica (…) assimilabile a quella in cui incorse Saul, persecutore dei cristiani, quando una voce scesa dal cielo gli chiese perché perseguitasse i Cristiani», ha raccontato più volte. Dopo, tutto è cambiato, tanto che, una volta tornato in Italia, ha venduto il suo fucile e ha comprato un teleobiettivo.
Gli orsi sono rimasti cari a Pratesi, ma in generale provava un grande amore per tutti gli animali. Per questo, quando ha sentito della nascita del World Wildlife Fund for Nature in Svizzera, non ha resistito, e li ha subito contatti con l’idea di far nascere una sezione del progetto nel nostro paese. Riuniti alcuni amici nel suo studio di architetto, professione poi abbandonata, è nato nel 1966 il WWF Italia.
LA RIVOLUZIONE DELLE OASI WWF
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L’abilità di Pratesi è stata partire da zero, con pochi soldi e tanto coraggio, riuscendo a trasformare un sogno ambizioso in una realtà consolidata che ancora oggi, dopo 59 anni, continua nel suo obiettivo di difesa della natura. WWF Italia ha mosso i suoi primi passi acquisendo i diritti di caccia della laguna di Burano, grazie ai soldi raccolti dai suoi soci attraverso l’autotassazione. Questo ha permesso di proteggere gli uccelli del territorio, dando vita in Toscana al primo “modello Oasi”, elemento che contraddistingue WWF Italia dal WWF estero. Ora le Oasi sono 106 e proteggono circa 31mila ettari di territorio. Caso emblematico quando nel 1985 WWF Italia ha raccolto oltre 600 milioni di lire per acquistare l’area di Monte Arcosu e salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione.
L’IMPATTO POSITIVO DI PRATESI
Altro elemento di orgoglio è stato il suo contribuito per la definizione e poi l’approvazione della legge 394 sui parchi del 1991, che istituisce l’elenco ufficiale delle aree protette, e la legge 157 sulla fauna del 1992, che regolamenta la caccia. In generale, Pratesi ha sviluppato in Italia una cultura ambientale inesistente prima, anche attraverso libri come “I cavalieri della grande laguna” e le numerosi collaborazioni con giornali tra cui il Corriere della Sera, L’Espresso e altre riviste di settore. Sempre suo il primo manuale di ecologia dedicato ai ragazzi, il “Salva Natura” del 1972.
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Pratesi non si è limitato all’Italia. Ha visitato il mondo dall’India all’America Latina, documentando tutte le sue esperienze sui suoi inseparabili taccuini, dove le parole erano accompagnate dagli schizzi degli animali che vedeva. Risultati ammirevoli come la protezione del lupo, dell’orso e di altre specie ritenute fino a quel momento nocive per l’uomo, fanno di lui uno dei principali ambientalisti del nostro tempo. Il presidente WWF Italia, Luciano Di Tizio, ha commentato la sua scomparsa: «Amava profondamente la sua famiglia e amava d’un amore profondo la natura e il WWF, “il mio quinto figlio”, come lui stesso ci ha definiti».