Quest’anno c’era una competizione in più da vincere: la quarta serata del Festival di Sanremo, dedicata alle cover, non è stata inclusa nella classifica provvisoria delle tre serate precedenti ed è diventata a tutti gli effetti un’ulteriore gara nella gara. A trionfare sono state Giorgia e Annalisa, ma la serata più variegata della kermesse non ha deluso neanche questa volta, tra omaggi, virtuosismi e persino un ospite d’eccezione come Topo Gigio.
Il pubblico premia un Conti più rilassato
Inversione di rotta. Dopo il fisiologico calo degli ascolti nel corso delle prime serate, che dai 12,6 milioni del debutto aveva portato gli spettatori fino ai 10,7 di giovedì, la serata delle cover segna un’impennata dello share totale che raggiunge il 70,8%, stimato in 13 milioni e 575 mila spettatori.
Un’iniezione di fiducia per Carlo Conti, apparentemente premiato dal pubblico nella prima serata in cui si è lasciato andare un po’ di più. E chissà che ad ammorbidire la conduzione non sia stato il primo ospite di serata, Roberto Benigni, che nella sua breve presenza ha improvvisato con il conduttore L’inno del corpo sciolto. Quasi un rito propiziatorio per il resto della serata.
Una co-conduzione bilanciata
Per quanto riguarda la co-conduzione, Carlo Conti ha finalmente trovato la formula vincente. Al suo fianco, per la quarta serata di Sanremo 2025, solo due presenze: Geppi Cucciari e Mahmood, in un mix di talento e ironia che hanno reso una serata affollata, decisamente piacevole.
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Geppi Cucciari, battuta pronta e sarcasmo tagliente, ha saputo farsi spazio con naturalezza, senza rimanere schiacciata dal peso dello show – un’impresa non da poco, se pensiamo a come, nella prima serata, persino figure come Gerry Scotti e Antonella Clerici siano state sacrificate dai ritmi serrati della diretta. In un’edizione del Festival che rischiava di perdere mordente, la sua presenza è stata un’iniezione di freschezza e spontaneità.
Ben diversa, invece, la presenza di Mahmood, che fin dalla conferenza stampa della mattina aveva messo le cose in chiaro: la co-conduzione per lui era un episodio isolato, la sua priorità resta la musica. E a giudicare dalla sua performance sul palco, non mentiva.
L’esibizione di Mahmood
Nel presentare i cantanti in gara si è mostrato da subito impacciato, quasi fuori posto accanto a Carlo Conti, costretto più volte a correggere gli errori durante la lettura dei lanci. Poi, però, la svolta nel momento in cui è tornato a fare ciò che gli riesce meglio: cantare. Il completo scuro da co-conduttore ha lasciato il posto a un look audace: pantaloni rossi fuoco, torso nudo, e un’energia magnetica che ha travolto il pubblico. Il Mahmood insicuro e spaesato ha lasciato spazio al performer puro, capace di riempire la scena con la sua voce e la sua fisicità. Non solo un cambio di abbigliamento, ma quasi di personalità.
Mahmood è qui per blessarvi la timeline 🔥#Sanremo2025 pic.twitter.com/VJOhm4xFYE
— Festival di Sanremo (@SanremoRai) February 14, 2025
Nel suo vestito di Alain Paul, Mahmood ha regalato al pubblico una delle esibizioni più travolgenti di questo Sanremo. Il co-conduttore della quarta serata del Festival ha portato un medley dei suoi più grandi successi, molti dei quali tratti dal suo ultimo album Nei letti degli altri. Dall’Nlda Intro, è passato a Bakugo e RA TA TA. Ma le vere hit sono state Soldi, con cui ha trionfato su quello stesso palco nel 2019, insieme a Kobra e Tuta Gold. L’esibizione d’impatto, con tanto di ballerini e coreografia, insieme al sound che ormai lo contraddistingue, hanno confermato ancora una volta la centralità di Mahmood nel panorama musicale italiano e internazionale, portando un po’ di freschezza in un Sanremo più ingessato rispetto alle edizioni passate.
Al termine dell’esibizione, perfino Conti sembrava un altro. E rubando i panni di Mahmood, si è concesso a un momento di gioco, dimenticando il ritmo serrato per cui lo ricorderemo in questa edizione.
Tuta Gold – Carlo Conti’s Version #Sanremo2025 pic.twitter.com/iWdnKVPEdy
— Trash Italiano (@trash_italiano) February 14, 2025
Campioni in coppia
Mahmood a parte, anche tra i cantanti in gara non sono mancate le grandi esibizioni tipiche della quarta serata. Per questa edizione è stata lasciata agli artisti la possibilità di gareggiare in coppia con un altro Campione. Per chi ha scelto di farlo, un unico codice al televoto e dunque la possibilità di attirare su una sola esibizione i voti dei fan di due artisti. In sei si sono avvalsi di questa possibilità, formando dunque tre coppie.
La prima a presentarsi sul palco è stata l’accoppiata Tony Effe-Noemi. I due, entrambi romani, hanno scelto un brano di Franco Califano, Tutto il resto è noia, del quale il trapper romano, fiducioso nel talento della collega, ha cantato il minimo indispensabile. Il suo momento più memorabile rimarrà allora l’occhiataccia rifilata a Conti per una battuta sulla sua collana, polemica di giornata nei dintorni dell’Ariston.
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Subito dopo è stata la volta di Francesca Michielin e Rkomi, che hanno cantato La nuova stella di Broadway di Cesare Cremonini. Anche in questo caso, la componente femminile si è rivelata nettamente superiore nella performance, ma la complicità tra i due ha regalato comunque momenti emozionanti. Su tutti, l’istante in cui Rkomi si è seduto schiena contro schiena con Michielin, intenta a suonare il pianoforte.
Terza e ultima coppia di Campioni, Achille Lauro ed Elodie hanno proposto un apprezzato medley di due brani dedicati alla città di Roma: A mano a mano di Riccardo Cocciante e Folle città di Loredana Bertè.
Città e cantautori
Questo non è stato l’unico omaggio a una città. Forte di un attaccamento viscerale alle sue tradizioni, anche musicali, Napoli è stata portata sul palco in ben tre occasioni. Prima con la virale Rossetto e caffè, interpretata da The Kolors con l’interprete originale, Sal Da Vinci; poi con Yes I Know My Way di Pino Daniele, che è valsa una standing ovation ai suoi interpreti, i rapper Rocco Hunt (in gara) e Clementino. Infine, Massimo Ranieri e i Neri per caso hanno offerto la loro versione di Quando, altro memoriale brano di Pino Daniele.
Momento di gloria anche per la città di Genova, nel segno di Fabrizio De André, omaggiato con due brani: Il pescatore, eseguito da Olly accompagnato da Goran Bregovic e la Wedding & Funeral Band; e Creuza de mä, che Bresh ha duettato con Cristiano De Andrè, figlio di Fabrizio.
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Inoltre, un altro nome della scuola genovese, Gino Paoli, ha avuto il suo tributo: Joan Thiele e Frah Quintale, che pure non sono liguri, hanno scelto come loro cover Che cosa c’è, un brano con sessant’anni di storia alle spalle.
Miti italiani…
Come sempre accade, molti artisti sono andati “sul sicuro” portando sul palco dell’Ariston brani celeberrimi della canzone italiana, spesso composti da autori altrettanto famosi. È il caso di Rose Villain e Chiello, che hanno proposto Fiori rosa, fiori di pesco, del duo inossidabile Battisti-Mogol.
Di Mogol è anche L’emozione non ha voce, portata al successo da Adriano Celentano e rievocata questa sera da Marcella Bella. Non per nulla: autore della musica è il fratello di Marcella, Gianni Bella, presente in sala e omaggiato con una standing ovation dai presenti.
Scelte di grande cantautorato per Simone Cristicchi, che con Amara ha cantato La cura di Franco Battiato; e Brunori Sas, che dagli echi degregoriani del suo brano in gara si è spostato su Lucio Dalla. A cantare L’anno che verrà con lui sul palco Riccardo Sinigallia e Dimartino.
…e brani internazionali
A fare il paio con i successi della tradizione italiana, il canone sanremese per la serata delle cover prevede sempre grandi pezzi di musica internazionale. Sulle note di Skyfall di Adele, Giorgia e la sua ospite Annalisa hanno meritato la vittoria della serata: la loro esecuzione, spettacolare, vibrante e tecnicamente impeccabile, ha messo d’accordo tutti.
Un’altra coppia al femminile si è guadagnata grandi applausi. Serena Brancale ha lasciato temporaneamente il dialetto barese per sfoggiare tutte le sue doti vocali in un brano della cantautrice americana Alicia Keys, If I Ain’t Got You, che il timbro caldo di Alessandra Amoroso ha ulteriormente impreziosito.
Prova in coppia mista invece per Irama e Clara. Mentre il primo ha duettato con Arisa Say Something di A Great Big World e Christina Aguilera, l’attrice di Mare Fuori ha optato per Il Volo, che l’ha accompagnata in una versione di The Sound of Silence ricca di virtuosismo.
Scelte più ballabili per la giovanissima Sarah Toscano, che ha mostrato la sua bravura con due brani dei dj francesi Ofenbach (Overdrive e Be Mine), e per l’italobrasiliana Gaia, che si è affidata alla chitarra del maestro Toquinho per ripercorrere La voglia, la pazzia di Ornella Vanoni.
Topo Gigio, guasti e dissing
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In una serata densa di emozioni, non sono mancate le sorprese. Lucio Corsi ha stupito ancora una volta: chi avrebbe pensato di cantare un brano di fama mondiale come Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno con Topo Gigio? Ma l’accostamento ha vinto la scommessa: Corsi è il secondo più premiato dal complesso dei voti di sala stampa, giuria e pubblico da casa.
Apprezzato anche Fedez, pur con un’esibizione di segno opposto. La notizia che avrebbe interpretato Bella stronza con Marco Masini aveva fatto il giro di Internet sin dal primo annuncio. Sull’onda incalcolabile delle conversazioni che lo hanno riguardato negli ultimi mesi, il rapper, questa sera senza lenti colorate, fa il pezzo che ci si aspetta: un dissing spietato e rancoroso, affilato ulteriormente dai ritornelli graffiati di Masini. Non resta che il gioco di indovinare quali rime fossero rivolte all’ex moglie Chiara Ferragni e quali all’ex amante Angelica Montini.
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Un tesissimo Fedez ha lasciato il palco al già citato Bresh, che ha dovuto mantenere il sangue freddo più del previsto. La sua esibizione è stata intaccata per ben due volte da problemi tecnici. Al primo giro il cantante genovese si è trovato il microfono chiuso al momento di cantare, mentre nella seconda esecuzione a Cristiano De André è caduta la ricetrasmittente dell’auricolare. Mosso a pietà, Carlo Conti ha fatto ripetere il brano per una terza volta e già si ironizza su quanto gli sia costato concedere altri quattro minuti della sua inderogabile scaletta.