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Ucraina, i soldati nordcoreani ritirati dal fronte

I soldati nordcoreani, che si sono uniti alle truppe russe per combattere nel Kursk, sono stati ritirati dal fronte. La notizia è stata data dagli analisti di guerra del Pentagono e dagli ufficiali ucraini al New York Times. L’elevato numero di perdite è stato additato come motivazione di questa decisione: si ritiene che degli 11.000 uomini inviati da Kim Jong-Un a novembre, circa la metà abbiano perso la vita. Le forze armate ucraine riferiscono che da circa due settimane non si vedono più sul fronte.

Le operazioni sul campo

Le truppe nordcoreane dovevano sostenere gli alleati russi nella riconquista del saliente di Kursk. I soldati ucraini hanno descritto i militari di Pyongyang come “feroci combattenti”. Le abilità dei singoli però non hanno garantito il successo. La disorganizzazione nei loro ranghi e la poca coordinazione con la fanteria russa ha impedito l’efficacia delle truppe. Il disordine ha, sin da subito, causato importanti perdite nei loro ranghi. Secondo fonti militari ucraine, sin dal momento del loro arrivo, i soldati coreani sono stati mandati in prima linea allo sbaraglio. Lasciati soli senza mezzi blindati, usati come carne da cannone, si esponevano al fuoco nemico pur di cercare un’avanzata disperata, animati dalla volontà di eseguire gli ordini del loro Comandate Supremo (Kim Jong-Un).

Ad inizio gennaio era stata diffusa la notizia di come i soldati nordcoreani gestivano la minaccia dei droni. Dagli appunti scoperti su un taccuino di un soldato, un disegno mostra la tattica ideata dai militari, per gestire un pericolo a cui non erano stati addestrati. «Formiamo una squadra di tre uomini, uno si espone deliberatamente alla vista del velivolo ucraino, facendo da esca», quando il drone si ferma per preparare l’attacco a pochi metri di altezza, gli altri due compagni si posizionano negli angoli ciechi del velivolo e fanno fuoco.

Le reazioni del governo russo

Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulle “speculazioni” del New York Times sul ritiro delle truppe nordcoreane. «Ci sono molti ragionamenti diversi, giusti e sbagliati, deliranti e che distorcono la realtà» ha affermato Peskov.

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