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Giovanni Amoroso eletto presidente della Corte Costituzionale

Giovanni Amoroso è stato eletto all’unanimità presidente della Corte Costituzionale, come successore di Augusto Barbera. Già vicepresidente dal 2023, Amoroso resterà incarica fino al 13 novembre 2026, quando scadrà il suo mandato di nove anni da giudice costituzionale. Come primo atto ha nominato i due vicepresidenti, Francesco Viganò e Luca Antonini, che come vuole la prassi ne avevano diritto per anzianità di servizio.

Chi è Giovanni Amoroso

Giovanni Amoroso, 75 anni, nato in provincia di Salerno, è stato un magistrato della Corte di Cassazione e dal 2016 presidente della sezione lavoro. Giudice costituzionale dal 2017, nel 2023 è stato nominato vicepresidente della Corte Costituzionale dall’allora neoeletto presidente Augusto Barbera, a cui è appena succeduto. Appena nominato, Amoroso dichiara che il suo impegno sarà «assoluto» e lo perseguirà «con disciplina e onore come richiede l’articolo 54 della Costituzione». Nella prima conferenza stampa afferma anche che «non ci sono linee programmatiche da esporre». Il neo presidente è sicuro che sarà il merito a guidare il processo di selezione dei prescelti: saranno sicuramente figure di altissimo profilo che «appena dopo il giuramento si spoglieranno della loro provenienza per entrare nella sintesi della collegialità della camera di consiglio».

Giovanni Amoroso neo-eletto presidente della Corte Costituzionale
Ancora 4 posti vacanti

Eletto il Presidente, sono ancora quattro i posti vacanti in Corte Costituzionale: secondo Amoroso «di certo non è menomata, ma sarebbe importante tornare alla composizione completa». Il neo-presidente infatti auspica che il parlamento riesca nei prossimi giorni a riempire i posti vuoti della Corte Costituzionale che al momento conta 11 componenti su 15, ovvero il minimo legale per deliberare. Dopo 13 sedute, i partiti non sono ancora riusciti a trovare un accordo e i tentativi di nominare i quattro giudici mancanti sono andati a vuoto. Due nomi potrebbero essere, con ragionevole certezza, i costituzionalisti Francesco Saverio Marini (Fratelli d’Italia) e Massimo Luciani (Partito Democratico), mentre il meccanismo si è inceppato sul nome proposto da Forza Italia. Per il quarto nome, quello politicamente “neutro”, sono stati proposti diversi nomi di giuristi stimati, ma nessuno di questi ha ancora convinto le forze politiche.

I primi temi affrontati

Nella prima conferenza stampa da presidente ha toccato anche molti temi di grande attualità. Riguardo la legge sull’autonomia differenziata, il senso delle sue parole è che fondamentalmente dovrà essere in gran parte rivista. Affronta poi anche altri argomenti, dal fine vita alla procreazione assistita su cui però non si sbilancia: «sulle materie già affrontate è difficile tornare indietro perché la nostra bussola è la Costituzione, insieme alla fedeltà alle precedenti pronunce che formano una giurisprudenza costante». Punta l’attenzione anche sulla situazione carceraria, un fronte di cui si sono già occupati con «numerose sentenze» ma si tratta di un iter che dovrebbe «essere completato da un legislatore». Affermazione che sposta il focus sul delicato equilibrio tra i poteri.

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