Gli USA annunciano una nuova stretta sull’export di chip, Pechino: “violazione delle regole”

Joe Biden si prepara a lasciare la Casa Bianca, ma non prima di approvare una nuova restrizione sull’export di chip per l’intelligenza artificiale. La nuova stretta, che segue le restrizioni annunciate nel 2023, mira a limitare l’ascesa tecnologica della Cina e di altri rivali quali la Russia, l’Iran e la Corea del Nord. Tuttavia, la misura non è passata inosservata, scatenando l’ira di Pechino che ha dichiarato: «è una violazione delle regole del commercio internazionale».

La stretta

Le nuove regole annunciate dagli Stati Uniti, aggiungono alle restrizioni già esistenti, un nuovo tetto sulle esportazioni di chip e tecnologia avanzata per l’intelligenza artificiale. Nello specifico, le aziende a stelle e strisce dovranno limitare le esportazioni verso più di 120 paesi imponendo un tetto nazionale sulla quantità di potenza di calcolo esportabile dal territorio americano. Tuttavia, le aziende di questi paesi potranno aggirare i limiti imposti dimostrando di rispettare rigidi standard di sicurezza e diritti umani imposti dagli Stati Uniti. Mescolando così nella misura aspetti economici e sociali.

La Cina di Xi Xinping ha definito la mossa come una violazione delle regole internazionali, sottolineando che «è un altro esempio della generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale e dell’abuso di controllo delle esportazioni».

Tra i fortunati esclusi, invece, figurano 18 dei più stretti alleati americani, come Australia, Belgio, Canada, Francia, Regno Unito e anche l’Italia.

L’Unione Europea

La “guerra” dei chip, quindi, sembra essere la nuova frontiera dello scontro tra Cina e Stati Uniti. E per far fronte a questa situazione, già nel 2023 Bruxelles aveva varato l’European Chips Act, mobilitando 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati. Un modo, quindi, per cercare di ottenere una sorta di indipendenza, ancora lontana, nel campo della produzione dei semiconduttori. Con l’obiettivo di raddoppiare la quota di mercato globale dell’UE dal 10 al 20%, entro il 2030.

Nonostante ciò, la preoccupazione che gli Stati Uniti del neoeletto Donald Trump possano implementare nuove restrizioni, è reale. Per questa ragione, la Commissione Europea ha rimarcato: «riteniamo che sia nell’interesse  degli Stati Uniti che l’Ue acquisti chip avanzati di intelligenza artificiale dagli Stati Uniti senza limitazioni». Una velata “minaccia”, quindi, nei confronti del partner transatlantico che, nel caso il suo supporto dovesse mancare, potrebbe far fronte a un avvicinamento tra UE e Cina.

Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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