Caos nella Venezuela di Maduro: l’arresto lampo di Machado

Detenuta con la forza e liberata in poche ore. È ciò che ha vissuto Marìa Corina Machado, la «dama de hierro» a capo dell’opposizione del Venezuela contro il regime di Nicolàs Maduro. L’arresto-lampo è stato effettuati da agenti armati del chavismo durante una manifestazione a Chacao, a Caracas, contro il governo eletto.

«Il Venezuela sarà libero»

La protesta aveva lo scopo di contrastare l’insediamento di Maduro, avvenuto oggi 10 gennaio, per il suo terzo mandato. In modo pacifico i sostenitori del Vente Venezuela, partito di Machado, hanno manifestato al grido “Gloria al bravo pueblo” e cantato insieme alla leader l’inno nazionale del Paese. Ma poco dopo la fine del comizio, su X,  il partito d’opposizione ha riferito: «Machado è stata violentemente intercettata mentre usciva dal comizio di Chacao».

Nicolás Maduro. Presidente del Venezuela

A questa dichiarazione sono seguiti video in cui proprio la «dama de hierro» sosteneva: «Mi hanno inseguito, mi è caduta la borsa, ma ora sto bene, in salvo. E il Venezuela sarà libero». Le autorità politiche hanno smentito la notizia dell’arresto, etichettandola come una «distrazione mediatica».

E il ministero degli Esteri venezuelano, Yván Gil, ha parlato di: «Un’operazione di false flag, prendendo in giro la destra e il fascismo internazionale, che immediatamente ha mentito come al solito».

Un Paese tra due leader

L’arresto giunge nel pieno di una situazione politica tesa: il Venezuela, infatti, è diviso tra due rivali. Da una parte c’è Maduro, in carica da 11 anni e proclamato vincitore delle elezioni presidenziali del 28 luglio. Molti cittadini hanno accusato il governo di brogli elettori e ritengono che debba essere Gonzàles Urrutia, leader dell’opposizione subentrato a Maduro, a guidare il Venezuela.

Egli è ora costretto all’esilio, ma viene riconosciuto come capo del governo da stati come Spagna, Usa e Canada. Nel Paese continuano, inoltre, gli arresti degli attivisti dell’opposizione. Circostanza che allarma i vertici politici. Come l’alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, Volker Turk che ha espresso la sua «profonda preoccupazione» per le repressioni attuate dal governo.

Sul caso è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani affermando: «Siamo vicini a tutti i cittadini che combattono per la libertà e la democrazia in Venezuela».

 

A cura di

Michela De Marchi Giusto

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